Dieci anni de “L’Ordine” in dieci parole analizzate da grandi firme

Un numero speciale di 12 pagine. Autori e temi di rilievo: Ravasi (anima), Ciccarese (natura), Loffredi (legalità), Mantovani (lago), Camanni (montagna), Cucchi (lettura), Bubola (musica), Casati (ricerca), Brizzi (cammino) e Mazzolari (paesanità)

Chi scrive passa la vita a soppesare le parole, o almeno dovrebbe farlo. La parola è ciò che distingue l’essere umano dalle altre specie e, non a caso, ha un ruolo centrale nella narrazione delle grandi religioni: «Dio, il Signore, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati» leggiamo nella “Genesi”, mentre tra gli insegnamenti più importanti del Buddha vi è quello secondo cui «le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo».

Nel nostro piccolo, dal 2013 abbiamo scommesso sull’importanza della parola scritta anche nella sempre più liquida e frenetica società contemporanea, pubblicando ogni weekend un inserto per “lettori forti”, “L’Ordine”. Questa settimana, in occasione del decennale, abbiamo pensato di regalarvi un numero speciale di dodici pagine. Abbiamo scelto dieci parole chiave per il futuro, ma con radici profonde nella nostra storia, affidandole ad alcune tra le firme più autorevoli che ci hanno accompagnato lungo il percorso. Da collezione anche la copertina, disegnata da un importante artista contemporaneo, Velasco Vitali.

Si tratta un po’ di un ritorno alle origini, visto che nel 2014 festeggiammo il primo anno di uscite con la pubblicazione dell’“Abbecedario del futuro”, in cui avevamo raccolto “le parole chiave della modernità”, dalla A di “anima” alla Z di “zappa”. In questo numero ripartiamo proprio dall’“anima”, con un intervento di Gianfranco Ravasi, cardinale e biblista, che sul tema ha appena pubblicato un libro e che in questi dieci anni, ricchi per lui di impegni culturali e istituzionali, ha sempre trovato il tempo e l’ispirazione per regalarci costanti e preziosi interventi.

Le pagine seguenti non seguono l’ordine alfabetico, ma abbiamo ritenuto più efficace procedere per giustapposizioni tra parole che, affiancate tra loro, raddoppiano il significato, grazie alla complementarietà che le caratterizza. Così troviamo la “natura” al fianco della “legalità”, due temi, per fortuna, particolarmente cari ai movimenti giovanili di tutto il mondo. Del primo scrive Lorenzo Ciccarese, ecologo già coautore del fondamentale rapporto sui cambiamenti climatici premiato nel 2007 con il Nobel per la Pace, e scopriamo che in alcune lingue la parola “natura” nemmeno esiste. Sulla “legalità” interviene Sara Loffredi, brillante scrittrice che da alcuni anni sta coordinando un progetto dedicato alla costituzione, dialogando di persona con i ragazzi delle scuole di tutta Italia.

Non potevano mancare le parole “lago” e “montagna”, orizzonti principali delle province di Como e Sondrio in cui è distribuito il nostro supplemento. La prima l’abbiamo affidata a Mattia Mantovani, critico e traduttore che da decenni indaga il rapporto coltivato nei secoli con il nostro territorio da grandi autori di tutto il mondo. La seconda, invece, è materia per un gande alpinista-scrittore, Enrico Camanni, che lancia uno sguardo oltre la crisi dell’industria del turismo invernale, dovuta alla sempre maggiore scarsità di neve, per riscoprire le Alpi come giardino d’Europa e culla della biodiversità.

Le due pagine successive sono dedicate alla “lettura” e alla “musica”, pane per l’“anima” da cui è partito il nostro percorso. Maurizio Cucchi, poeta e critico tra i più validi che abbiamo in Italia, si sofferma sull’importanza di “leggere bene”, imparando a distinguere ciò che ci fa crescere intellettualmente da ciò che invece è puro intrattenimento. Massimo Bubola, cantautore, musicista e narratore, segue il filo rosso che lega personaggi solo apparentemente distanti come Vivaldi e Jimi Hendrix, tutti seguaci di Eutirpe, la musa della musica e della poesia lirica, il cui nome significa, non a caso, “dispensatrice di gioia”. Seguono due parole che sono sempre state importanti per l’umanità, ma che la crisi pandemica ha reso particolarmente attuali: la “ricerca” e il “cammino”. Della prima scrive Giulio Casati, scienziato comasco di fama internazionale, che lancia un monito all’Italia, colpevole di investire in questo campo molto meno di altri Paesi europei e della Cina. Con il “cammino”, invece, si cimenta un grande scrittore e camminatore, Enrico Brizzi, che con questo articolo inizia a collaborare con “L’Ordine”, unendosi al gruppo, per fortuna numeroso, di donne e uomini di cultura di ogni parte d’Italia, che in questi dieci anni hanno creduto nel nostro progetto editoriale, fondato su una forte connessione tra locale e globale, e hanno contribuito a renderlo possibile. A tutti loro va il nostro ringraziamento e anche a voi lettori.

Un cenno la merita pure l’ultima pagina, quella che tradizionalmente riserviamo ad articoli ripescati dall’archivio del vecchio “Ordine”, quotidiano della Diocesi di Como e Sondrio dal 1879 al 1984. A conferma che in questi anni stiamo riscoprendo temi e valori di cui le menti più illuminate avevano colto l’importanza in tempi non sospetti, vi proponiamo uno scritto di don Primo Mazzolari sulla “paesanità”. I nostri borghi sono parte imprescindibile dell’anima individuale e collettiva e lui già lo rimarcava nel 1939, quando erano in pieno spopolamento. Non a caso nel 2017, visitandone la tomba, papa Francesco lo ha definito “profeta inascoltato”.

Buona lettura!

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