Fumo, i divieti non bastano: si comincia tra i 13 e i 15 anni

L’approfondimento Nuovo studio dell’Istituto Superiore di Sanità che ha visto coinvolto un campione di oltre due mila studenti. Cresce la quota femminile. La pneumologa Federica Poli: «Attenzione anche ai nuovi prodotti elettronici»

Il 16% degli studenti italiani tra i 13 e i 15 anni fuma regolarmente. È quanto emerge dall’ultima Global Youth Tobacco Survey (Gyts), coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità che ha visto coinvolto un campione di oltre due mila studenti. I risultati dell’indagine hanno dimostrato anche come siano più le ragazze che i ragazzi ad avvicinarsi a tabacco o sigarette elettroniche.

«I dati che sono stati diffusi sono senza dubbio allarmanti - spiega Federica Poli, pneumologa dell’Irccs Policlinico San Donato – e ci dimostrano come il problema del fumo sia ancora reale e che questo possa anche essere legato al fatto che negli ultimi anni siano diminuite le campagne di informazione rispetto al passato».

La specialista ricorda quando oltre vent’anni fa la lotta al fumo era più pressante, tanto da portare alla successiva legge Sirchia nata per tutelare la salute dei non fumatori, vietando il fumo nei luoghi chiusi. «Dopo quelle azioni – prosegue il medico – fortunatamente si era registrata una maggiore consapevolezza nel consumo, ma oggi il fumo, così come l’abuso di alcolici, resta una problematica fin troppo diffusa tra i giovani e i giovanissimi. Dal mio punto di vista se ne parla poco».

Occhio ai nuovi prodotti

Sebbene la sorveglianza abbia registrato qualche dato in diminuzione tra i giovani nel consumo di sigarette tradizionali, è aumentata invece la quota di chi fa uso dei nuovi prodotti, come la sigaretta elettronica (e-cig) e/o i prodotti a tabacco riscaldato (Htp), senza che si registri comunque una significativa riduzione, rispetto al passato, della quota di giovanissimi che si avvicina a questa pericolosa abitudine. Da segnalare anche che per la prima volta nel 2022 si registra un maggior utilizzo di questi prodotti fra le ragazze rispetto ai loro coetanei maschi. Tra i 13-15enni, dal 2010 al 2022, la quota di “current smokers” di sigarette tradizionali (cioè fumatori di sigarette in almeno 1 giorno negli ultimi 30) è scesa mediamente dal 21% al 16% (ovvero dal 19% al 13% per i ragazzi e dal 22% al 17% per le ragazze). Si è ridotta anche la quota degli “ever smokers” di sigarette tradizionali (coloro che hanno fumato almeno una volta nell’ultimo anno sigarette tradizionali) passando dal 46% del 2010 al 31% del 2022. Aumenta invece l’uso della e-cig, rilevata per la prima volta con l’indagine del 2018: l’utilizzo della e-cig fra i “current smokers” è salito in 4 anni dal 18% al 20% del 2022, come conseguenza di una riduzione fra i ragazzi dal 22% al 18% e un aumento fra le ragazze dal 13% al 21%.

I dati più preoccupanti, come sottolinea il medico, sembrano essere proprio quelli legati al consumo e alla enorme diffusione delle sigarette alternative, appunto quelle elettroniche e similari di cui non si parla affatto, né tra gli adulti e ancor meno tra i minori. E’ evidente così la mancata percezione da parte dei consumatori di tutte le età, del potenziale danno che tali sostanze possono causare o comunque contribuire a causare, a livello delle vie aeree.

«Si tratta di percentuali alte – precisa Poli – nonostante i divieti e le restrizioni sulla vendita legate all’età non si riesce ad arrestare il problema. Molti ragazzi utilizzano sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato con la convinzione che siano meno dannose per la salute ma non è così. Si tratta sempre di prodotti che vengono inalati e che hanno degli effetti. Inalare qualcosa per moda è una pratica dannosa ma il messaggio non sembra arrivare». Nonostante il decreto “Tabacchi” del 2016 preveda l’inasprimento delle sanzioni per inosservanza del divieto di vendita ai minori di prodotti del tabacco e sigarette elettroniche, anche tramite distributori automatici, l’indagine rileva come queste misure non si siano ancora tradotte in una piena inaccessibilità per i minori a questi prodotti. Nel 2022, un giovane su quattro si è procurato le sigarette direttamente al tabaccaio (erano il 49% nel 2010) e il 15% dichiara di aver acquistato le e-cig direttamente dai rivenditori. Per entrambi i prodotti, quasi la metà dichiara di averli ottenute da un parente o un amico. Tra i “current smokers” che hanno cercato di comprare le sigarette al tabaccaio, il 73% dichiara di non aver ricevuto un rifiuto dal venditore per minore età (92% nel 2010), quote simili riguardano coloro che hanno cercato di acquistare e-cig o Htp.

Tumori, Bpco ed enfisemi

La pneumologa sottolinea anche che, se a oggi molto è noto sui danni da tabacco e nicotina, ancora poco si conosce su e-cig e Htp. «Sono ancora pochi gli studi in materia – dice – ma si tratta di prodotti che non sono mai stati mai approvati nemmeno dall’Oms anche perché non siamo realmente certi di cosa contengano. La sigaretta elettronica oggi purtroppo però non viene considerata come un problema. Nei nostri ambulatori sono in aumento i giovani asmatici, anche per un maggiore screening delle allergie, ma nonostante questo problema e alle informazioni che diamo loro, proseguono con l’abitudine del fumo».

Fumare è dannoso per la salute, insomma, ma le persone, e in particolare i ragazzi, sembrano non tenerne conto. Il consumo di sigarette è responsabile di tumori, Bpco e enfisema, oltre che di un maggior rischio cardiovascolare. Messaggi che, dati alla mano, sembrano spesso cadere purtroppo nel vuoto. «A meno che non ci siano delle patologie respiratorie – spiega ancora Poli – che si slatentizzano in giovane età a causa del fumo, come senso di affanno e bronchiti ricorrenti, nella maggior parte dei casi i danni del fumo si manifestano in età adulta. Qui si parla di ragazzi che già a 13 anni fumano, dobbiamo aiutarli a capire che è un’abitudine sbagliata. Bastano dieci anni di esposizione al tabacco fumando cinque sigarette al giorno per aumentare in età adulta i rischi di patologie respiratorie e cardiovascolari.

Le buone regole

Non iniziare a fumare o smettere di farlo, a qualunque età, sono così regole fondamentali per evitare danni alla salute causati da un’abitudine errata che dipende dalla volontà del singolo. «Dietro questi comportamenti spesso – precisa la specialista – ci sono questioni culturali, ma anche abitudini familiari. Di frequente, infatti, se i genitori o i fratelli sono fumatori, anche per il ragazzo o la ragazza è normale avvicinarsi alle sigarette. Abbiamo tutti la responsabilità diretta di educare le generazioni più giovani ad adottare atteggiamenti responsabili verso la propria salute».

Giovani e regole, inoltre, sembrano essere un binomio problematico. Nonostante dal 2003 la legge Sirchia imponga il divieto di fumo in tutti i locali chiusi, comprese le scuole, e dal 2013 il Ddl Lorenzin vieti il fumo nelle pertinenze esterne degli istituti scolastici, uno studente su tre riferisce di aver visto fumare qualcuno all’interno della propria scuola e il 58% nelle pertinenze esterne, come cortili o parcheggi. Quasi la metà dei giovani intervistati (47%) dichiara che qualcuno ha fumato in casa in sua presenza (dato stabile rispetto al 49% del 2010). Un ragazzo o una ragazza su quattro ricorda di essere andato in auto con qualcuno che fumava in sua presenza negli ultimi sette giorni.

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