Gli italiani tornano a fumare. La colpa è della pandemia

Cattive notizie Il 24,2% della popolazione è assuefatto alle sigarette È il dato peggiore dal 2006. Sono soprattutto uomini tra i 25 e i 44 anni

Negli ultimi anni, complice la pandemia, il numero dei fumatori è aumentato.

Lo sostiene la Fondazione Veronesi, sulla base dei dati presentati dall’Istituto superiore della sanità il 31 maggio in occasione della giornata mondiale senza tabacco. «I dati ci dicono che con la pandemia c’è stato un rallentamento nella riduzione del consumo di sigarette – spiega la Fondazione - rispetto al trend in discesa degli anni precedenti, mentre è raddoppiato il consumo di prodotti a tabacco riscaldato. Nel complesso, quindi, le vendite di prodotti del tabacco nel 2021 sono addirittura aumentate».

Cosa dicono i numeri

Fuma un italiano su quattro, il 24,2% della popolazione, mai così tanti dal 2006. Dopo decenni di calo soprattutto fra gli uomini e alcuni anni si sostanziale stallo il numero dei fumatori è tornato a salire. I fumatori adesso sono 12,4 milioni, il 2% in più rispetto al 2019, anno dell’ultima rilevazione. Non si nota una sostanziale differenza di genere, l’aumento riguarda sia gli uomini sia le donne.

In termini generali fumano di più gli uomini giovani, il 43% nella fascia d’età che va dai 25 ai 44 anni. Seguono le donne adulte, il 24,% tra i 45 e i 64 anni. Tra gli over 65 invece le statistiche calano con nettezza, circa il 15% dei cittadini sono ex fumatori. Rispetto alla mappa del bel Paese il nostro territorio ha statistiche migliori rispetto al sud Italia. La media delle sigarette fumate ogni giorno dai tabagisti è pari a 11,5, nel 2012 questo numero arrivava a 13,4. I maschi sono fumatori più incalliti rispetto alle donne. La presenza di forti fumatori oltre alle venti sigarette per giorno è invece relativamente bassa tra i 15 e i 24 anni. Circa la metà dei giovani fumatori sta sotto le dieci sigarette per giorno, ma il 45% consuma tra le dieci e le 19 sigarette. Come detto aumentano con forza gli utilizzatori da tabacco riscaldato, che triplicano rispetto a tre anni fa. Il motivo è che sono ritenute meno dannose rispetto al fumo tradizionale. Di fronte a questo quadro la Fondazione Veronesi propone di alzare tasse e prezzo del tabacco. Le morti da fumo sono evitabili. «Si rinnova con forza l’appello per un aumento significativo del prezzo dei pacchetti di sigarette, del tabacco sciolto, dei dispositivi a tabacco riscaldato, attraverso la rimodulazione e l’incremento delle accise. Una misura urgente e necessaria, in accordo con le principali agenzie internazionali di sanità pubblica. Occorre disincentivare il consumo di tabacco e l’iniziazione da parte delle fasce più esposte, i giovani in primo luogo. Mitigare l’impatto delle malattie fumo correlate e mobilizzare le risorse indispensabili per rispondere alle necessità dei fumatori e dei malati con prevenzione, assistenza e ricerca».

Otto milioni di vittime

«Il tabacco è ancora oggi una delle principali minacce per la salute pubblica – spiega la Fondazione Veronesi - alle malattie provocate dal fumo infatti si devono otto milioni di vittime l’anno nel mondo di cui 1,2 milioni per fumo passivo, 700mila in Europa e si stimano 93mila vittime solo in Italia, quasi la metà per tumore. In Europa quasi un terzo dei casi di cancro sono attribuiti all’uso di tabacco. Si tratta di uomini e donne che si ammalano e muoiono prematuramente per patologie cardiovascolari, oncologiche, respiratorie e diabete. Malattie gravi ed invalidanti che potrebbero essere prevenute rimuovendo la loro principale causa evitabile: il fumo. Se non ci fosse, nove tumori del polmone su dieci non esisterebbero». Quest’anno la giornata senza tabacco 2022 dell’Organizzazione mondiale della sanità è dedicata alle tematiche ambientali: l’industria del tabacco, infatti, contribuisce al riscaldamento globale, alla deforestazione, al depauperamento di risorse. Un danno alla già fragile sostenibilità ambientale che, proprio come il danno alla salute delle persone, è grave, non necessario e prevenibile.

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