In Italia 6 milioni di panofobici, significa che temono tutto

Cosa dicono i numeri Secondo l’ultimo rapporto di Censis e Federsicurezza le donne sono più spaventate degli uomini

La pandemia sembra aver contribuiti ad aumentare fobie e paure negli italiani. Secondo l’ultimo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato da Censis e Federsicurezza, infatti, il Covid ha influito negativamente anche in questo senso.

Se da un lato così con il passare degli anni nascono nuove forme di paura, come la citata oziofobia, sembra che l’emergenza sanitaria degli ultimi anni abbia contribuito a diffondere timori e ansie tra i cittadini, non solo per quanto riguarda malattie o socialità, ma anche sicurezza.

Sempre in stato di ansia

Dal rapporto è emerso che ci sono oltre 6 milioni di italiani che hanno paura di tutto: sono i panofobici, che in casa o fuori vivono in uno stato di ansia e di paura che non riescono a frenare. Tra di loro prevalgono le donne, che sono quasi 5 milioni e rappresentano il 17,9% della popolazione femminile. I panofobici si trovano un po’ in tutte le fasce di età, ma quello che preoccupa gli esperti è che sono molto rappresentati tra i giovani sotto i 35 anni, tra cui se ne trovano 1 milione e 700mila, pari al 16,3% del totale. Fobia e paura non sono la stessa cosa, come sottolineano gli esperti, e spesso queste due parole vengono utilizzate erroneamente come sinonimi. La paura è uno stato mentale che viene suscitato dalla consapevolezza di essere minacciati da un pericolo ben definito ed è proporzionale al rischio a cui si è consapevoli di essere esposti. Non deve essere vista solo in senso negativo perché è una forma di allerta che ci consente di essere più prudenti o di mettere in atto strategie in situazioni di pericolo. La fobia, invece, non ha una spiegazione apparente, è un disturbo legato all’ansia e spesso è invalidante per chi la vive.

Il Covid ha accentuato fobie

Negli ultimi due anni gli esperti hanno evidenziato come il Covid abbia accentuato fobie come l’agorafobia e cioè la paura degli spazi aperti e di trovarsi in situazioni da cui non sia possibile fuggire né ricevere aiuto in caso di pericolo. A questo si è aggiunta la paura del contagio che si conferma in aumento nella popolazione. Condividere tempo e spazi con gli altri, dopo il Covid, è diventato per molti, fonte di timore. Come si legge nel rapporto «la paura del contagio porta il 75,4% degli italiani a dichiarare di non sentirsi sicuri a frequentare i luoghi affollati, quota che è del 67,0% tra i più giovani e sale all’87,6% tra chi ha più di 65 anni di età».

Non solo il Covid, anche la percezione della sicurezza in termini generali sembra aver aumentato le paure delle persone. Il 75,8% ha paura a camminare per strada e prendere mezzi pubblici la sera (per gli uomini la quota è del 41,6%) e l’83,8% teme di frequentare luoghi affollati (66,4% per gli uomini); l’88,5% teme di incontrare una persona conosciuta sui social (contro il 60,4% degli uomini) e il 76,3% diffida dal condividere/scambiare immagini sul web. Quasi 9 milioni di italiani, il 17,4% dei maggiorenni, hanno paura a stare da soli in casa di notte: due terzi di questi, 6 milioni in valore assoluto, sono donne. I giovani hanno più paura degli anziani: tra di loro la percentuale di chi ha paura sale al 28,7% (tab. 11). Ad aver timore di trascorrere la notte da soli sono oltre 3 milioni di millennials, oltre 4 milioni di quelli che hanno tra i 35 e i 64 anni, mentre gli ultrasessantacinquenni che hanno paura sono 1 milione e 700mila, il 12,2% del totale.

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