CRV - Consiglio Veneto condanna in modo unanime l’aggressione russa dell’Ucraina

(Arv) Venezia 2 mar. 2022 -      Riunione straordinaria del Consiglio regionale oggi a palazzo Ferro Fini: è stato votato all’unanimità un documento unitario “il Veneto condanna l’aggressione russa all’Ucraina”. Il testo approvato fa sintesi di sei Risoluzioni presentate in aula dai primi firmatari, Giacomo Possamai (Pd), Tomas Piccinini (Veneta Autonomia), Alberto Villanova (Lega/LV), Gabriele Michieletto (Lega/LV), Raffaele Speranzon (Fratelli d’Italia) ed Elisa Venturini (Forza Italia).

Il testo unitario condanna “l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ed esprime solidarietà e vicinanza al popolo ucraino e sostegno al popolo russo che manifesta pacificamente contro la guerra”. Il documento auspica che il governo russo proceda al ritiro immediato delle forze militari dispiegate in Ucraina per addivenire a una soluzione pacifica del conflitto attraverso un processo negoziale. Invoca un rapido ritorno agli strumenti della diplomazia e l’abbandono delle armi come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Auspica altresì un intervento europeo e internazionale per introdurre meccanismi economici di compensazione per riequilibrare i danni subiti dalle singole economie a causa delle sanzioni imposte alla Russia. Chiede alla Giunta regionale un impegno per approntare misure di accoglienza per far fronte all’emergenza umanitaria dei profughi di guerra, in sinergia con gli Enti Locali, le associazioni di volontariato e il sistema regionale di Protezione civile.

In dichiarazione di voto, appoggio convinto al documento unitario è stato espresso da  Alberto Villanova  (Lega/LV), “il titolo ‘Il Veneto condanna l’aggressione russa all’Ucraina’ sintetizza alla perfezione il nostro pensiero. Ringrazio la Giunta regionale per aver attivato tempestivamente tutte le forme di aiuto alla popolazione ucraina”;  Raffaele Speranzon  (FdI), “su questi temi così importanti il Consiglio regionale ha dimostrato unità di intenti per condannare il gesto scellerato dell’amministrazione russa di invadere militarmente l’Ucraina e per portare solidarietà alla popolazione colpita. Servono anche misure di compensazione per far fronte agli effetti delle sanzioni economiche. Tutti ci riconosciamo nei valori dell’Occidente”;  Elisa Venturini  (FI), “con questa Risoluzione dimostriamo solidarietà al popolo e allo Stato dell’Ucraina: essi rappresentano valori che noi assolutamente condividiamo. Ma, al contempo, chiediamo attenzione verso i veneti: auspichiamo l’adozione di misure economiche in grado di tenere conto delle conseguenze negative che questa guerra produrrà. Nei momenti di crisi le istituzioni devono dimostrare compattezza”;  Arturo Lorenzoni  (Portavoce Opposizioni),   “sottoscriviamo con assoluta convinzione questa Risoluzione unitaria che può accelerare il processo di pace per porre fine a un incubo. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno per portare avanti questo documento condiviso in tutte le sedi istituzionali”.

Prima del voto finale, dopo l’illustrazione delle sei Risoluzioni, è seguito un ampio e partecipato dibattito in aula. Sono intervenuti numerosi consiglieri che hanno condannato, in modo assolutamente trasversale, l’iniziativa militare intrapresa da Putin contro uno Stato sovrano come l’Ucraina. Forte preoccupazione è stata espressa per il dramma che sta attraversando la popolazione civile e per il destino dei profughi. Tutti hanno auspicato che la diplomazia possa risultare decisiva e che l’Europa reagisca in modo compatto. Apprensione e vicinanza è stata manifestata per le conseguenze economiche che avranno ripercussioni nel tessuto socio- economico veneto e italiano.

Sfumature diverse al dibattito sono state offerte invece dal presidente del Consiglio regionale,  Roberto Ciambetti , che, pur sottolineando come “il Veneto ha sempre guardato al di fuori dei propri confini per favorire il dialogo e trovare soluzioni pacifiche”, e che quindi “quanto sta succedendo in Ucraina va assolutamente condannato”, ha tuttavia spiegato che “segnali preoccupanti c’erano già stati a partire da dicembre 2021. Adesso, spingere la Russia verso la Cina non è positivo perché potrebbe creare notevoli problemi e ledere i nostri interessi, veneti, italiani ed europei. Questo aspetto va affrontato a livello europeo. Sono un convinto europeista, sia chiaro, ma ritengo che l'Europa avrebbe dovuto intervenire con una voce sola e abbia commesso diversi errori nella gestione complessiva della crisi”. “Credo che ora sia quanto mai opportuna una ‘de-escalation’ – ha aggiunto Ciambetti – Bisogna sedersi tutti al tavolo delle trattative. E ricordo che le sanzioni economiche dal 2014 in poi hanno colpito molto duramente l'Italia e il Veneto. Abbiamo bisogno di mettere in campo una politica europea diversa, indirizzata al raggiungimento di una maggiore autonomia energetica; non dobbiamo dipendere quasi esclusivamente dal gas russo. Comunque, l’Europa deve assicurare le fonti di approvigionamento e non so se l’invio di armi da parte nostra sia la soluzione opportuna per tranquillizzare la situazione. Ho sentito citare in Parlamento l’articolo 11 della Costituzione e l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite per giustificare l’invio delle armi, ma nutro fortissimi dubbi al riguardo…”.

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