CRV - Consiglio veneto: piano per la famiglia, iniziata la discussione

 

 

(Arv) Venezia 19 lug. 2022  – La Regione Veneto destinerà quest’anno quasi 29 milioni di euro alle politiche in favore delle famiglie. Lo prevede il piano triennale delle politiche 2022-24 che il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato a discutere oggi a palazzo Ferro Fini. Il voto, secondo la pianificazione dei lavori prevista dalla conferenza dei capigruppo, è rinviato a martedì prossimo, dando così il tempo alla commissione competente (la quinta) di esaminare gli emendamenti depositati

Gli obiettivi prioritari del piano, che si rivolge alle 2.098.446 famiglie residenti nel territorio regionale, sono stati presentati da  Marco Zecchinato  (Lega-Lv): le politiche per il triennio 2022-24 mirano a potenziare e riqualificare i servizi socio-educativi per la prima infanzia, a ridurre le retta di frequenza e introdurre incentivi per conciliarne gli orari con le esigenze degli utenti; a istituire un fondo a favore dei Comuni che attivano progetti rivolti alle “famiglie fragili”, quali genitori soli, separati divorziati o vedovi; a rafforzare le funzioni di mediazione familiare e di assistenza alla genitorialità dei consultori; a promuovere reti territoriali di assistenza e Alleanze territoriali tra gli enti locali a favore delle famiglie; a coordinare gli “Sportelli per la famiglia” attivati dai Comuni; a creare luoghi e di spazi di incontro-confronto tra genitori; a implementare il “fattore famiglia”, come strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali del nucleo familiare che accede alle prestazioni sociali ed ai servizi a domanda individuale; a valorizzare gli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale; a rafforzare la “valutazione d’impatto familiare”, per misurare gli effetti degli interventi attivati rispetto alle politiche perseguite a sostegno della famiglia.

La quota più significativa della dote finanziaria per il primo anno è dedicata a potenziare i servizi per la prima infanzia (15,5 mln) e a ridurre le rette di frequenza di nidi, asili e servizi per l’infanzia (4,9 mln). Particolare attenzione viene dedicata alle famiglie fragili (5,1 mln per le amministrazioni locali che attiveranno progetti di sostegno per famiglie numerose, monoparentali, con parti plurigemellari, figli orfani) e al potenziamento dei servizi di mediazione e assistenza dei Consultori familiari (2,4 milioni). Le risorse restanti sono dedicate allo sviluppo degli Sportelli famiglia e delle reti territoriali.

 

Il relatore Zecchinato ha messo in luce il mutato profilo della famiglia veneta negli ultimi due decenni: famiglie più ristrette (con in media 2 componenti) e meno stabili, meno matrimoni, meno nascite e meno coppie con figli, più famiglie unipersonali (31%) e più anziani che vivono soli. “Rimane comunque centrale nella società veneta il ruolo della famiglia – ha osservato - e la Regione Veneto si conferma regione innovativa, perchè ha anticipato le linee guida nazionali a sostegno della genitorialità e delle reti familiari e previsto l’indicatore del ‘fattore famiglia’ per integrare l’Isee. Rispetto alla precedente annualità, quando furono stanziati 12,8 milioni, le risorse regionali per le politiche familiari nel 2022 sono più che raddoppiate, grazie al computo anche degli investimenti a favore dei servizi per la prima infanzia”.

Di “atto di programmazione estremamente importante, soprattutto in questo periodo di pandemia e di crisi economica” ha parlato anche la correlatrice di minoranza, la vicepresidente  Francesca Zottis  (Pd): “Ci auguriamo che la Regione sappia monitorare puntualmente i risultati di queste azioni programmate a sostegno del benessere sociale delle famiglie, della natalità e della parità di genere”. Tra le emergenze prioritarie da affrontare negli interventi a favore delle famiglie, Zottis ha indicato la mediazione familiare, l’accesso al mondo del lavoro e la promozione di pari opportunità, i servizi per l’infanzia (dai nidi famiglia ai doposcuola), il sostegno alle famiglie con persone con disabilità e il supporto ai consultori familiari, da valorizzare anche come agenzie educative.

“Il piano regionale per la famiglia scatta una fotografia del Veneto e del paese – ha avvertito il vicepresidente  Nicola Finco  (Lega-Lv) – Si fanno sempre meno figli, c’è poco ricambio generazionale, la società invecchia ed è sempre più individualista, a causa anche di politiche nazionali che non hanno agevolato la natalità, la costituzione delle famiglie, l’autonomia dei giovani, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Le famiglie oggi necessitano più di servizi che di contributi. Rispetto a realtà territoriali confinanti, che godono di speciale autonomia come la Provincia di Trento, il Veneto appare svantaggiato in tema di politiche familiari e di sostegno alla natalità. Per questo abbiamo promosso un confronto nel prossimo autunno tra le regioni d’Europa sui migliori modelli di politiche per la famiglia”.

“Sono cambiati i modi e i tempi di fare famiglia- ha osservato  Elisa Venturini , capogruppo di Forza Italia – ma la famiglia resta la prima risorsa del welfare e di crescita sociale. Alle famiglie del Veneto servono servizi capillari, accessibili, tra loro coordinati”, come i servizi per l’infanzia e i consultori, da potenziare e “da rendere più attrattivi”. Anche  Annamaria Bigon , consigliera regionale del Pd e vicepresidente della commissione sociosanitaria, ha messo l’accento sull’”emergenza denatalità” e sull’impoverimento del ‘capitale umano’ della famiglia. “Bisogna che il Veneto diventi una regione più attrattiva per i giovani e per le giovani coppie - ha auspicato  Erika Baldin  del Movimento 5 Stelle – nel pieno rispetto dell’autodeterminazione delle donne e del pluralismo delle forme familiari”.

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