È “Industria Felix” il premio più ambito dalle imprese italiane

Per Industria Felix Magazine quella del 2021 è stata un’annata da record, come se il Covid-19 non fosse esistito. Con 609 imprese premiate, nonostante la difficoltà di poter realizzare eventi in presenza in diversi mesi dell’anno, “Industria Felix” è risultato il premio più ambito dalle imprese italiane in relazione al numero di partecipanti. E a scorrere l’elenco delle società di capitali insignite delle Alte Onorificenze di Bilancio - così si chiamano i riconoscimenti che vengono assegnati in funzione soprattutto del conto economico e dell’affidabilità finanziaria - si leggono, anche, nomi di aziende di altissima fascia che solitamente non aderiscono a questo tipo di iniziative.

Alla base dell’interesse suscitato da imprenditori e manager c’è un lavoro giornalistico di base, per certi versi innovativo, realizzato con il contributo dell’intelligenza artificiale, che consente a Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza in supplemento a Il Sole 24 Ore che organizza gli eventi, di sviluppare algoritmi e poter realizzare una delle più grandi inchieste italiane sui bilanci delle società di capitali.

Chi invece ha avuto l’intuizione di ideare questo progetto, raro modello di editoria virtuosa, è il direttore responsabile del magazine, Michele Montemurro.

Direttore Montemurro, Industria Felix come è riuscito a diventare in poco tempo un caso nazionale di editoria virtuosa?

«Industria Felix se esiste è perché suscita interesse, diversamente non esisterebbe. È un progetto pensato per un target ben definito, soprattutto per una fascia altissima di imprenditori e manager, tramite un lavoro che non finisce mai. Infatti terminati gli eventi a fine novembre, ci siamo messi a lavoro per realizzare il magazine che uscirà venerdì 28 gennaio nelle migliori edicole italiane in supplemento a Il Sole 24 Ore al costo di 0,50 euro più il prezzo del quotidiano, poi abbiamo terminato la prima parte dell’inchiesta sui bilanci delle imprese delle regioni del nord e a tal proposito a metà gennaio terremo il primo comitato scientifico composto da economisti, imprenditori e manager che sceglierà la prima parte di aziende da premiare nel 2022. Un Comitato di altissimo profilo e variegato, composto dai docenti dell’Università Luiss Guido Carli, da imprenditori di Confindustria, da manager di Banca Mediolanum e di Grant Thornton, da esperti di bilanci di sostenibilità che analizzeranno i numeri estratti attraverso algoritmi oggettivi che abbiamo realizzato grazie alla oramai storica collaborazione con Cerved. Senza dimenticare l’importante contributo che durante gli eventi ci offrono i delegati di Simest, di varie Regioni e Comuni che collaborano con noi e di Lidl Italia».

Siete la testata giornalistica italiana che nell’ultimo anno è riuscita a premiare più imprese, ben 609, tra l’altro annoverando in platea top imprenditori e manager: come ci siete riusciti a superare persino i “big” dell’editoria e le grandi società di revisione che organizzano eventi simili al vostro?

«Ben vengano iniziative di questo genere che immettono fiducia nel sistema ed esaltano sulla base di dati oggettivi le imprese dell’Italia che compete. Chi lo fa rende un servizio al Paese e noi siamo orgogliosi di raccontare l’Italia migliore. Così come per i contenuti e le iniziative del Magazine, noi non imponiamo i nostri prodotti ma offriamo ciò che i nostri lettori desiderano leggere o ascoltare: numeri delle imprese virtuose e “storytelling” delle aziende e degli imprenditori di successo. Un nostro evento può sembrare ogni anno uguale, invece cambia sempre perché diversi sono i numeri e le storie di imprese, donne e uomini. Finanche in tempo di pandemia è interessante ascoltare come le aziende stanno superando questa fase, molte delle quali sempre con ottimi risultati. Nel nostro caso siamo consapevoli che, come ho scritto nel mio prossimo editoriale, ci troviamo nel “tempo delle farfalle”: non contiamo i mesi ma i momenti e con tempo a sufficienza per farlo. Noi inizieremo gli eventi 2022 da fine febbraio, lo faremo iniziando in digitale - così come nel 2021 - e quando sarà opportuno proseguiremo in presenza. Lo possiamo fare perché abbiamo investito e continuiamo a farlo sull’innovazione, che ci consente sin da quando siamo nati di poter fare qualcosa che altri non fanno. E quando altri ci arriveranno noi saremo in grado di offrire altri servizi avendo guadagnato sino ad oggi tanto vantaggio. Per intenderci, dico un’assurdità, se nel 2022 l’Italia dovesse rimanere tutto l’anno in lockdown noi sapremmo come fare gli 8 eventi lavorando tutti in smart working, noi e le imprese. Così come siamo pronti ad offrire alle aziende servizi che prima di oggi non hanno mai ricevuto durante gli eventi in presenza. Mai avrei immaginato ad una pandemia, ma ad un cigno nero sì, per questo non ci siamo fatti cogliere impreparati».

Il suo è un osservatorio privilegiato perché riesce a leggere prima di altri il trend delle aziende: quali settori valuta più performanti nel 2022?

«Nel prossimo numero di Industria Felix Magazine, di 84 pagine, abbiamo realizzato in collaborazione con l’Ufficio studi di Cerved un’inchiesta molto interessante sulle pmi, con diversi spunti per chi intende fare acquisizioni o operazioni finanziarie in generale. Poi c’è uno speciale riservato alle 160 top imprese italiane distinte per settori che abbiamo premiato durante l’edizione nazionale e non mancheranno altri contributi nelle nostre rubriche. Negli 8 eventi che realizzeremo nel 2022 offriremo anche una panoramica sugli studi di settore e aggiorneremo costantemente le aziende su come evolve l’economia reale. In queste settimane stiamo valutando le location dove realizzare dopo la primavera gli eventi in presenza e la scelta non è facile perché fortunatamente stiamo ricevendo varie opzioni. In quelle occasioni ci saranno le risposte precise a questa domanda».

Secondo lei che anno ci aspetta?

«Se a gennaio ci saranno provvedimenti draconiani da parte del Governo, penso che lo stato di emergenza possa di fatto terminare il 31 marzo, perché poi con le terze dosi, la sensibilizzazione nei confronti dei “no vax” e l’arrivo delle alte temperature la situazione potrebbe essere in discesa. Ma non mi meraviglierei se lo stato di emergenza dovesse essere prolungato. Penso che con questa situazione dovremo convivere per altri anni quindi ce ne dobbiamo fare tutti una ragione e adottare le dovute precauzioni. Questo atteggiamento potrebbe accelerare il tanto atteso phasing out , cioè la fase di uscita dalla pandemia».

 

 

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