Quatar pass con... Ballerini, in sella a una bici sul Bisbino (ultima parte). «La guerra tra fazioni per strada? Automobilisti e ciclisti dovrebbero rispettarsi a vicenda»

Videointervista La sicurezza per strada e il caso Rebellin, il Covid e l’influsso sulle prestazioni ciclistiche, un’altra pedalata con Davide Ballerini in discesa questa volta, tra i meravigliosi scorsi offerti dal monte Bisbino

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Questa volta si sfreccia in discesa, per l’ultima parte della videointervista con Davide Ballerini, corridore professionista che ci racconta le bellezze e i pericoli dello sport della sua vita: il ciclismo.

Ballerini, originario di Cantù, si allena proprio qui, tra Como e la Svizzera, di solito scegliendo strade poco trafficate perché, come spiega nella videointervista, «bisogna sempre tener conto anche dell’elemento sicurezza». E così la chiacchierata finisce sul caso Rebellin e sulla sua tragica morte: «Ho corso spesso insieme a lui, era incredibile quello che riusciva a fare nonostante l’età, dava tantissima motivazione» è il commento di Ballerini.

Ma cosa si può cambiare per rendere le strade più sicure per i professionisti e gli amatori del ciclismo? «Purtroppo ben poco, la cosa che fa la differenza è il rispetto reciproco tra automobilisti e ciclisti».

Le ciclabili troppo spesso anche ciclopedonali, l’esperienza personale di un incidente dovuto proprio alla scarsa sicurezza che vige lungo la strada per un ciclista e i cambiamenti che questo sport ha subito nell’ultimo periodo, in particolare dopo il Covid. È tutto qui, in questa quarta e ultima parte della videointervista, premete play prima che Ballerini acceleri e vi sfugga tra le mani, in volata giù dalle discese del Bisbino.

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