Torna “Quater pass”... protagonista di Dg del Calcio Como

Da lunedì Tornano le chiacchierate con i comaschi che hanno qualcosa da raccontare. Questa settimana Nicola Nenci ha intervistato Carlalberto Ludi

Per la quarta puntata di “Quater pass”, la nuova rubrica del nostro sito in cui personaggi noti (e meno noti) della città si confessano in una lunga intervista video, da lunedì si potrà vedere la prima parte della chiacchierata con il dg del Como Carlalberto Ludi. Che arriva dopo le puntate con il sindaco Rapinese, la candidata sindaco sconfitta Minghetti e uno degli eroi di Italia 1982 Gentile. Una rubrica il cui nome spiega la filosofia: una passeggiata lunga con i personaggi per una chiacchierata meno formale possibile, in cui raccontare una vicenda o una storia, senza i limiti di spazio che la carta a volte impone.

Siamo andati allo stadio a incontrare Ludi per questa passeggiata fatta tutta all’interno del Sinigaglia, grazie alla quale capire meglio le dimensioni e gli obiettivi di una strategia societaria che, specie con le ultime mosse di mercato, hanno alzato allargato le proprie dimensioni. Una maniera per cercare di capire, lontani dagli argomenti legati all’attualità, le ragioni di questo fenomeno molto particolare, una società indonesiana che vuole scrivere una pagina importante nel calcio italiano, forse stimolata anche dalla location particolare. E così, con Ludi abbiamo parlato di tutto, dalle basi di questa storia, al rapporto con i tifosi, alle figure centrali della società, da Suwaso a Wise, al futuro dello stadio Sinigaglia, al senso dell’operazione Fabregas che ha fatto discutere mezzo mondo.

Una chiacchierata necessaria, perché dopo averla appresa e digerita, si rischia di considerare questa vicenda, per assuefazione, come normale una storia che normale non è. Una voce dal di dentro, dell’uomo più importante della società su territorio italiano, come Ludi, ci aiuta e aiuta i tifosi a capire meglio le dinamiche di questa storia.

Tra le cose che Ludi ha raccontato, il piacere nel vedere recepito dalla gente, via via che i mesi sono passati, la serietà del progetto; la volontà di realizzare uno stadio moderno e funzionale in quella zona («Lo stadio è sempre stato qui e dunque non possiamo passare per quelli che vogliono fare una cosa strana»), ma anche il fatto che lo stadio non sarebbe un ostacolo nel caso che la quadra si trovasse a lottare per la serie A prima di aver realizzato il progetto; l’umiltà di Fabregas per come si è inserito nello spogliatoio; l’entusiamo di Wise, che telefona in continuazione da Londra o lo spirito visionario di Suwarso che guarda lontano come nessuno.

Una bella chiacchierata che può spiegare meglio e definire in maniera più dettagliata i contorni di una storia speciale che sta portando il Calcio Como all’attenzione mondiale.

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