Società e Costume
Giovedì 24 Marzo 2011
New Jersey in guerra con la Libia
Per una villa con l'immunità
Mentre i suoi aerei bombardano Tripoli, anche nel cuore dell'America c'è una guerra con i libici: quella di un paesino che non vuole la villa in cui i diplomatici passavano i fine settimana. Ma anche un giudice ha dato ragione ai nordafricani: la splendida dimora ha l'immunità diplomatica
L'oggetto del contendere è consistente e dal profilo interessante: si tratta di una villa in pietra con 25 camere, ambienti spaziosi, laghetto e piscina. E due bandiere: una a stelle e strisce, e una il vessillo verde del governo libico Libia, che aveva comprato la villa nel New Jersey nel 1982 come residenza per i fine settimana dell'ambasciatore alle Nazioni Unite.
I vicini a Englewood, ricco sobborgo di New York, non sono per niente contenti e conducono, anche da prima che cominciassero i bombardamenti sulla Libia, una battaglia per liberarsi di un residente che ritengono scomodo.
La Libia aveva acquistato la villa pochi anni prima che suoi agenti facessero esplodere l'aereo americano Pan Am 103 sulla Scozia, una strage che fece 269 morti. Proprio a fianco alla residenza vive Shmuley Boteach, un rabbino ortodosso che ha fatto della lotta alla villa di Gheddafi la propria missione. Boteach lamenta di non essere supportato a sufficienza dagli abitanti del quartiere.
Anche un giudice recentemente gli ha dato torto, respingendo la causa intentata contro i libici sulla base di presunti danni alla sua proprietà, che sarebbero stati provocati nel corso dei lavori di ristrutturazione. Il governo libico, ha sentenziato il giudice, gode dell'immunità diplomatica. Il che non ha impedito al sindaco di Englewood di chiedere poco tempo fa a Tripoli il pagamento delle tasse sugli immobili, che in New Jersey sono le più alte d'America. Una mossa che, spera il sindaco, farà andar via i libici.
Nelle ultime settimane, con il mutamento dello scenario politico internazionale, il destino della residenza è apparso incerto. Soprattutto per via della decisione del governo Usa di congelare le proprietà del governo libico. Che però, almeno secondo un abitante della zona, è un buon vicino di casa. "Se ne stanno per conto loro e non danno fastidio a nessuno", ha detto al Los Angeles Times il padrone di un negozio vicino: "Ma il fatto è che hanno la storia che hanno. Gente così non la vuole nessuno nel suo paese".
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