Società e Costume
Sabato 27 Agosto 2011
Un regista che è quasi-cyborg
Ha una telecamera nell'occhio
Rob Spence da bambino perse l'utilizzo di un bulbo oculare. Appassionato di cinema, ora ha sostituito la protesi normale con una microtelecamera. Ovviamente non vede tramite essa, perché non esiste un'interfaccia che la colleghi al cervello, ma senz'altro permette di fare delle riprese davvero "soggettive"
LOS ANGELES - Non siamo ancora ai cyborg narrati al cinema o nei romanzi di William Gibson, e nemmeno alla fusione tra uomo e macchina cantata dai futuristi. Ma la storia di Rob Spence, raccontata sul sito di SkyNews, farà sognare gli appassionati di cibernetica, su un futuro forse meno lontano di quanto si creda.
Rob "Eyeborg" Spence è un giovane regista; da bambino, perse un occhio in un incidente. Oggi, al suo posto ha una videocamera. Spence ha spiegato a SkyNews che la tecnologia usata è quella che normalmente siamo abituati a vedere solo nei film e per averla si è rivolto a esperti nel settore.
"Non è stato facile, perché è così simile alla science fiction, ma gli ingegneri si sono divertiti molto a farlo; e l'ho potuto avere senza spendere soldi: era un progetto divertente per questi ragazzi".
La tecnologia usata è la stessa di un microfono da bavero senza fili, con un trasmettitore e un ricevitore. La videocamera, a differenza di quanto avviene nei film, non è collegata al cervello e non permette a Rob di vedere. Semplicemente, Rob può registrare - su un computer collegato - tutto quello che l'occhio-obiettivo inquadra.
Per Rob, comunque, il futuro non è così lontano: la tecnologia ha
già raggiunto livelli che rendono infinite le possibilità. "Ci sarà l'opportunità di avere braccia o occhi superiori, a un certo punto. Ora dicono che nessuno si taglierebbe un braccio per sostituirlo, ma se la tecnologia arriverà a quel punto - e sembra che ci riuscirà - le persone ci penseranno su: chi non sogna, in fondo, di essere un precursore?".
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