Lo dice anche la scienza:
la felicità allunga la vita

Chi vive felice ha il 35 per cento di possibilità in più di vivere a lungo. È l'ipotesi emersa da uno studio inglese pubblicato in America dalla rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze)", condotto su circa 3.800 persone tra i 52 e 79 anni

NEW YORK Chi vive felice ha il 35 per cento di possibilità in più di vivere a lungo. È l'ipotesi emersa da uno studio inglese pubblicato in America dalla rivista scientifica "Proceedings of the National Academy of Sciences (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze)", condotto su circa 3.800 persone tra i 52 e 79 anni.


I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di riportare il loro stato d'animo in quattro diversi momenti della giornata, per un solo giorno. Cinque anni dopo è stato rilevato chi era morto e, tenendo in considerazione anche fattori sociali, di genere, salute e benessere, è risultato che chi si sentiva felice ha avuto più probabilità di vivere a lungo.


«È assolutamente vero che la felicità di una persona in un dato giorno è condizionata da cosa gli succede in quel periodo», ha ammesso lo psicologo Andrew Steptoe dell'University College di Londra, uno degli autori dello studio, spiegando che tuttavia «questo approccio per capire come ci si sente veramente, è più efficace che chiedere se si è felici in generale». E ha aggiunto: «Le risposte a domande generiche sono spesso molto influenzate dalla personalità, da quello che si pensa di dover dire».


Sebbene non sia ancora possibile «stabilire con certezza che la felicità sia direttamente collegata a una più lunga sopravvivenza», secondo le stesse parole di Steptoe, studiosi e medici americani hanno accolto positivamente la ricerca dei colleghi inglesi.


Laura Kubzansky, professore a Harvard, ha osservato che questo studio si aggiunge a «un numero crescente di ricerche che suggeriscono come un positivo funzionamento psicologico faccia bene alla salute». «Questo deve far capire che bisogna prendere seriamente il proprio stato d'animo», ha affermato Kubzansky.


«Penso che la gente sottovaluti l'importanza dell'emotività, ma ne va della  salute mentale e fisica».

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