Balotelli: «Sono strano
ma non sono matto...»

Lo dice Mario Balotelli che, dal ritiro azzurro di Coverciano, traccia una linea della sua vita, calcistica e non: «Se sei famoso alla gente interessa di più la tua vita privata, ma a me dà fastidio tutto quel che si dice su questo argomento. Posso arrivare al top, voglio arrivare al top, ma non mi piace che si parli così tanto delle cose che faccio»

MILANO «Faccio cose strane, ma non sono matto». Lo dice Mario Balotelli che, dal ritiro azzurro di Coverciano, traccia una linea della sua vita, calcistica e non: «Se sei famoso alla gente interessa di più la tua vita privata, ma a me dà fastidio tutto quel che si dice su questo argomento. Posso arrivare al top, voglio arrivare al top, ma non mi piace che si parli così tanto delle cose che faccio».


SuperMario, che questa stagione al Manchester City sta trovando continuità di rendimento e di prestazioni, individua anche chi gli ha permesso il salto di qualità: «Sicuramente Mancini e Prandelli sono stati due maestri per me. Mourinho? Chi mi ha fatto diventare uomo sono stati i miei genitori, non Mourinho - prosegue Balotelli, che è pronto per guidare l'attacco dell'Italia contro la Polonia, pur ancora a secco in Nazionale - Non ho ancora fatto neanche un gol, devo svegliarmi. Rossi e Cassano? Componiamo un tridente che può fare la storia dell'Italia calcistica».


Sulle voci di mercato, invece, Balotelli nicchia, confermando di stare bene in Premier League: «Il calcio italiano mi manca davvero poco - dice SuperMario - è in crisi, mentre la Premier è in crescita. Ibrahimovic? Ha ragione quando dice che non sono ancora come lui, io devo dimostrare ancora molto. Un ritorno in Italia? Di sicuro se tornassi sarebbe in Lombardia - continua - Il Milan mi piace, ma non avrei preclusioni per un ritorno all'Inter, a condizione che la squadra torni competitiva e che i tifosi non mi sfascino l'auto».

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