Corona e le foto dei calciatori
Cassazione: serviva pena più grave

I supremi giudici rimproverano alla Procura di Milano di non aver fatto ricorso - Condanna mite per le estorsioni tentate ai danni di Adriano e Coco

ROMA Doveva essere più pesante la condanna per il fotografo Fabrizio Corona per la vicenda delle foto ai calciatori Francesco Coco e Adriano. Lo sottolinea la Cassazione - nella sentenza 43317 con le motivazioni dell'udienza svoltasi lo scorso 20 ottobre - rimproverando alla Procura di Milano di non aver fatto ricorso contro l'assoluzione del paparazzo dall'accusa di estorsione ai danni di Coco. 

Dopo aver bacchettato la Procura di Milano per aver evitato a Corona la condanna per l'estorsione a Coco, che i supremi giudici ritengono compiuta, la Cassazione spiega che Corona giustamente è stato condannato per tentata estorsione ai danni di Adriano e di Coco non perché il paparazzo non aveva diritto di far pubblicare le foto in suo possesso ma perché ai
calciatori aveva fatto valere "la prospettiva della pubblicazione come strumento di pressione per ottenere da loro un compenso per la restituzione delle foto".

Con questo verdetto è stata confermata la riduzione di pena per Corona che ha così ottenuto la condanna light ad un anno, cinque mesi di
reclusione e 300 euro di multa con la revoca delle pene accessorie. In primo grado, invece, il Tribunale di Milano con sentenza del 10 dicembre 2009 lo aveva condannato a tre anni e otto mesi di reclusione e ottocento euro di multa oltre all'interdizione temporanea dai pubblici uffici.

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