Un cinese verso gli Oscar
E' il regista Zhang Yimou

Fra i papabili all'Oscar 2012 come miglior film straniero, per cui l'Italia ha scelto di puntare su «Terraferma» di Crialese, viene dato fra i favoriti il blockbuster cinese «Flowers of War», diretto da un maestro del cinema orientale come Zhang Yimou («Lanterne rosse») e interpretato dal premio Oscar Christian Bale

ROMA Fra i papabili all'Oscar 2012 come miglior film straniero, per cui l'Italia ha scelto di puntare su «Terraferma» di Crialese, viene dato fra i favoriti il blockbuster cinese «Flowers of War», diretto da un maestro del cinema orientale come Zhang Yimou («Lanterne rosse») e interpretato dal premio Oscar Christian Bale.
«Ho chiesto a Steven Spielberg, che è un amico, di leggere la sceneggiatura in inglese e di consigliarmi degli attori» ha spiegato Zhang Yimou nella conferenza stampa seguita alla premiere della pellicola in Cina (dove uscirà il 16 dicembre, negli Usa invece debutterà il 23 dicembre, in tempo per candidarsi anche agli Oscar principali), citata da Hollywood Reporter. Tra i suggerimenti c'era Christian Bale, che Spielberg aveva diretto quando l'attore aveva 13 anni nel film L'impero del sole, ambientato durante lo stesso periodo raccontato dal regista orientale.
«Flowers of War», tratto dal romanzo di Yan Geling, «The 13 Women of Nanjing», ha avuto a disposizione un budget di 100 milioni di dollari, che ne ha fatto il film più caro mai prodotto in Cina. Si racconta la storia di John Miller (Bale) giovane impresario di pompe funebri arrivato a Nanchino, capitale della Cina, nel 1937, per seppellire un sacerdote. Qui però il protagonista si ritrova in mezzo al massacro operato dagli invasori giapponesi, colpevoli di migliaia di omicidi e stupri sulla popolazione civile. Per salvarsi dalla prigionia nipponica, Miller decide di fingersi prete e di offrire protezione a un gruppo di giovani donne cinesi finite nelle mire dei soldati giapponesi.
A chi ha accusato il film di fare propaganda nazionalista per la Cina Bale ha risposto di considerarlo «un film storico. Io certo non l'ho mai giudicato di propaganda, chi lo vede così non guarda con abbastanza attenzione».

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