Broletto:un cuore
malato di como

È domenica, «ciao ciao domenica, passata a scrivere da sola, venti minuti su una pagina

e proprio non ti puoi soffrire». Antonello Venditti cantava così per raccontare una domenica di noia e nodo in gola per un giorno che la protagonista sognava diverso.

Ciao, ciao domenica potremmo dire oggi perché, per scrivere della città, che anche oggi sarà piena degli ultimi turisti, altro che venti minuti su una pagina, ci sarebbe da starci di più, molto di più e da non potersi soffrire per quello che poi ci si troverebbe a leggere. Magari si fingerebbe, si nasconderebbe qualche neo della situazione ambientale del

centro, e lo si farebbe per amore civico. Ma poi, rileggendo, ci si accorgerebbe di aver mistificato la realtà e non ci si sopporterebbe proprio, come dice Venditti.

Già, oggi meno che mai perché, ciao ciao domenica, oggi da scrivere c’è di una rissa scoppiata proprio in piazza Duomo, nel cuore di Como, la notte prima di Sant’Abbondio, giorno in cui tutto dovrebbe filare liscio e in un clima di festa. La rissa ancora, una volta, non ha solo voluto dire che ci sono persone che si derubano e si picchiano, ma che in centro c’è un problema da risolvere al più presto, un problema di sicurezza.

Il problema si chiama Broletto, nel dettaglio il degrado e l’abbandono in cui vive ogni giorno il monumento, specialmente i portici dove i senza fissa dimora mangiano, dormono, si ubriacano, lasciano rifiuti e la sera poi, magari bevuto un bicchiere di troppo, litigano e si picchiano cercando di sfuggire l’uno alla rabbia dell’altro in mezzo ai turisti. Venerdì notte è accaduto proprio così e lo spavento tra i tanti turisti che passeggiavano tranquilli c’è stato, tanto che un poliziotto di Torino, a Como in gita, è intervenuto in soccorso di un clochard vittima delle percosse di un altro. Succede, in tutte le città che scoppi una rissa in centro, è vero. Ma il Broletto è un parte del cuore di Como che accusa continui infarti e va curato subito perché soffre e fa soffrire i comaschi. Più volte si è detto e scritto che provvedimenti a tutela di sicurezza e difesa di quel posto verranno presi al più presto, ma non si può più aspettare, almeno per quegli interventi minimi che garantirebbero più sicurezza all’area di fianco al Duomo.

Ieri il vescovo ha detto che per impegno e valenza di comportamento, Sant’Abbondio è un santo attuale in perfetta sintonia con l’oggi, capace di interpretare a pieno il momento di crisi di identità che tutti stiamo vivendo. Anche il Broletto sta vivendo una sua crisi d’identità. Lo si vuole ufficio turistico, ma intanto è ricovero per poveri che non sanno dove dormire e che non dovrebbero stare lì, non perché sono brutti da vedere, ma perché quello non è il loro posto e quando farà freddo lo sarà ancora meno.

Ieri una coppia danese, saputo che Clooney si è lamentato delle strade comasche sconnesse, non ha potuto che dargli ragione, dicendo di aver preso così tanti colpi sobbalzando sulle nostre strade da rimpiangere quelle svizzere. Anche questa è mancanza di sicurezza, ma anche di identità, si vuol essere competitivi e turistici e non si sistemano le pietre sconnesse del centro dove chi cammina inciampa. Non per snocciolare il rosario delle lamentele, ma l’identità della città passa anche dalla rissa al Broletto, dalla sporcizia sotto i suoi portici, dai senzatetto che vi stazionano. Non è giusto per nessuno lasciare il Broletto così. Ciao, ciao domenica, beh dai non esagerare, scrivi che Como è bella, bella davvero.

«Ciao, ciao domenica, passata a piangere sui libri (quelli dei sogni di una Como più accogliente), tanto lo sai che non ti interroga».

Sicuri che nessuno interroga?

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