Il cambio di passo
sarà sui pedali?

Oggi, in cronaca, La Provincia racconta di un progetto della giunta Lucini frutto del lavoro dell’ufficio Mobilità del Comune. Una come Daniela Gerosa, assessore con una piacevole attitudine all’utilizzo della bicicletta, non poteva che incrociare, sul suo cammino politico, uno come Pierantonio Lorini, l’ingegnere che da una vita si dedica con alterne fortune alla cura delle strade dei comaschi ma che, soprattutto, da una vita “spinge” per la realizzazione di spazi dedicati in via esclusiva ai pedali.

Il risultato - che è anche conseguenza di un indirizzo politico preciso, propugnato fin dai tempi precedenti alle elezioni - è questo grande progetto per la realizzazione di una rete ciclabile costruita sulla dorsale dell’antica strada dei pellegrini, che da Camerlata scende verso il centro città salvo poi risalire alla volta del confine. Sinteticamente il lavoro si fonda sulla connessione tra le nuove ciclabili e i principali nodi di interscambio: stazioni ferroviarie, scali della Navigazione, funicolare, capolinea degli autobus.

Ovviamente, visto che Mago Merlino si occupa d’altro, far sparire le auto non sarà facile.

Toglierle di mezzo, o quantomeno ridurne il numero, non è soltanto l’obiettivo del progetto. Purtroppo o per fortuna - a seconda dei punti di vista - ne rappresenta anche il presupposto. Per realizzare piste ciclabili larghe due metri, a due corsie (sulla falsa riga di quelle che si usano in altre città d’Europa) l’unica soluzione è quella di far sparire i posteggi e di rivedere il Girone, magari (magari) ripristinando il doppio senso di circolazione o comunque riducendone le corsie di marcia, se non addirittura pedonalizzando.

Ora: è chiaro che non sarà facile, neppure limitandosi alla sola revisione del sistema dei posteggi. E però il tentativo vale probabilmente la candela, se davvero, come si dice da qualche anno, Como vuole cambiare passo. I 32 chilometri di piste ciclabili del duo Gerosa Lorini rischiano davvero di modificare in meglio la qualità della nostra vita, di modificare la vocazione della città, di cambiarne la faccia. Ed è per questo che l’amministrazione merita una chance. Fino a oggi, a tre anni dall’elezione, dal punto di vista della gestione della viabilità si è visto poco. Sindaco e giunta hanno deciso l’ampliamento della zona a traffico limitato tra mille mugugni, ma almeno per quanto riguarda gli equilibri del traffico cittadino l’operazione si è consumata senza drammi, al netto delle polemiche per la riduzione del numero dei parcheggi. Il rifacimento della grande rotatoria tra viale Giulio Cesare e via Leoni, altro progetto marchiato Lorini, ha creato altrettanti malumori ma, alla prova dei fatti, ha retto discretamente. Quando c’è molto traffico l’incrocio con via Milano e viale Roosevelt ne risente ma se non altro gli attraversamenti sono ben visibili e la sicurezza dei pedoni è migliorata. Bastano un paio di operazioni del genere a lasciare il segno in una città il cui problema principale rimane proprio quello della mobilità? La risposta è scontata.

Per cambiare passo e migliorare la vita nostra e quella dei nostri bambini serve altro. Ecco perché le ciclabili di questo nuovo progetto meritano attenzione. Qualcuno storcerà il naso ma nessuno potrà negare che dietro ci sia un’idea, un progetto di città migliore. Quella che da tanti, troppi anni, ci aspettiamo tutti.

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