La gioia nel piatto
il coraggio in azienda

Economia gioiosa: l’ha definita così il presidente di Lariofiere Giovanni Ciceri alla conclusione di RistorExpo. È quella che ruota attorno alla rassegna gastronomica e a un mondo sempre più rilevante proprio dal punto di vista economico.

La missione annunciata era “rallegrare il pianeta”, giocando sullo slogan di Expo e fingendo di sceglierne uno più facile. Perché in realtà portare gioia, non è facile affatto. E la felicità non è offerta automaticamente su un piatto gustoso e impeccabile: l’ingrediente fondamentale per arrivare a quella sensazione (a tavola e in questi giorni tra gli stand di Erba) è anche il coraggio.

La vetrina televisiva - senza demonizzarla come ci hanno insegnato con la loro umanità tanti chef passati di qui - non ce lo può mostrare fino in fondo. Talento e competizione raccontano uno dei tanti capitoli dell’enogastronomia.

A RistorExpo si è messo al centro un protagonismo nei fatti, più che sotto i riflettori: è grazie agli sforzi delle imprese, spesso piccolissime, che si riesce a portare il made in Italy in tutto il mondo e il sorriso sui volti di molte persone. È grazie a loro che si fa anche cultura, che si diffonde una coscienza ambientale più forte, che si impara ad apprezzare un territorio.

Lo ha detto a chiare lettere Giacomo Mojoli ed è una delle lezioni più belle che RistorExpo ha donato: conta ciò che è dentro il bicchiere, il piatto, ma più ancora ha significato ciò che è fuori. Il sudore, la tensione, la soddisfazione quando si riesce ad ottenere un prodotto giusto e un buon risultato sul mercato. Non per sedersi e confortarsi: ce l’abbiamo fatta.

Non ci si ferma mai, nemmeno in questo settore. Questi giorni Erba ha raccontato le aziende tramandate da decenni, in qualche caso da un secolo, dove ogni generazione ha aggiunto un pezzetto di sé: negli alimenti, nel marketing o in altre direzioni.

Ma quanti giovani sono passati di qui e hanno portato il loro entusiasmo. Studenti che vogliono diventare chef -e certo qualcuno lo sogna anche per la televisione - ma ai quali è stato raccomandato di fare attenzione non soltanto a ciò che luccica.

Ragazzi che si sono già diplomati o laureati, ma non hanno trovato il mondo del lavoro con le porte spalancate ad accoglierli. Allora, si sono inventati un’attività, hanno scoperto nella passione per la natura o per il cibo una fonte di realizzazione. Spesso con l’aiuto della famiglia, altre volte con le proprie forze e basta, si sono cimentati su questa strada.

Hanno abbattuto la paura, hanno deciso che se non si buttavano ora, all’inizio del cammino della vita, non aveva senso.

Il loro coraggio e quello di tanti piccoli imprenditori, anche in questo campo. Il coraggio anche di Lariofiere partita con la sfida di RistorExpo, quando ancora il cibo non spopolava nelle trasmissioni televisive.

Sì, bisogna osare e rischiare tantissimo, per far tornare i conti e per portare quella felicità che sembra soffocata dai mille problemi dei nostri tempi. Forse ancora una volta, l’insegnamento da questo punto di vista non può che venire dai piccoli. Spesso più soli, ma anche sognatori. Al punto da poter accostare l’aggettivo “gioioso” all’economia e da risultare convincenti.

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