L’expo per Como
scommessa da vincere

Sorpresona: Expo può anche essere un’occasione per le persone oneste, per quelli che, in genere, rispetto ai disonesti, mancano un po’ di intraprendenza.

Lo ha ricordato ieri ai comaschi - sebbene non proprio in questi termini - anche il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, in visita in città, sviolinando un po’ sulle potenzialità delle nostre incredibili Prealpi e facendo presente che al Pirellone ci sono una decina di milioni di euro a disposizione di qualche mosca bianca che sia in grado di fare squadra, non solo per intascare
mazzette ma per proporre progetti e per investire sul turismo.

Bene: dopo tanti mesi di chiacchiere, è confortante ricordarsi che Expo possa essere anche questo, visto che finora si è visto tutt’altro.

Venerdì, in Procura a Milano - un posto in cui, tanto per capire, il procuratore è stato costretto a costituire un’”area omogenea” per tutte le indagini sull’esposizione universale -, si è avuta la riprova dell’aria che tira. Davanti a qualche indagato impegnato nello sport nazionale - respingere tutti gli addebiti o scaricare su altri - i pm che indagano sull’ennesimo tossico incrocio di tangenti all’ombra della Madonnina, hanno chiaramente indicato il sospetto che dietro all’assegnazione per gli appalti per la costruzione dei nuovi padiglioni milanesi dell’esposizione si nascondano meccanismi simili, se non identici, a quelli che avrebbero consentito di costituire fondi neri per decine di milioni di euro tra Venezia e San Marino, in un gigantesco triangolo di denari che nella migliore delle ipotesi finiscono ai partiti, più spesso ai soliti Greganti.

Per esempio: per la realizzazione della cosiddetta “Piastra”, l’insieme delle infrastrutture che dovrà ospitare la maggior parte degli stand, erano stati stanziati - già quattro anni fa - addirittura 147 milioni di euro, sui quali, ovviamente, si è poi scatenata la consueta corrida, vinta da quei toreri della Mantovani di Mestre, la stessa impresa travolta dallo scandalo del Mose.

Praticarono un ribasso del 40%, cosicché una fetta di quei 147 milioni sarebbe rimasta inutilizzata. Risparmiare? Ristrutturare qualche scuola? Aiutare un artigiano? Buonanotte. Visto che tanto li avevano stanziati - e a metterli da parte si fa brutta figura - pare che si sia proceduto fino all’esaurimento del plafond con il solito sistema delle varianti in corso d’opera.

Chiedersi che fine abbiano fatto tutto quei quattrini è inutile, almeno per il momento. Bisognerà attendere che in Procura l’”area omogenea” di Bruti Liberati compia il suo dovere oppure che arrivi la prossima campagna elettorale, e chissà mai che qualcosa non ci dicano la qualità dei “santini”, dei manifesti, dei cenoni offerti all’associazione degli amici dell’alborella da questo o da quel partito (che poi sono sempre gli stessi). Questo è Expo 2015, questo è stato Expo finora. Una roba che ci divide: tra chi non sa manco di cosa si parli (chiedere, per credere, alla gente per strada), e chi si è convinto che si tratti di una cena di manigoldi, cui si accede soltanto su invito, con il requisito imprescindibile del pelo sullo stomaco.

Dieci milioni, allora, sono un’inezia ma forse l’appello di Maroni merita di essere raccolto, se non altro per impedire che finiscano in tasca ad altri, i soliti noti, quelli tanto, troppo più intraprendenti degli onesti.

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