Severi alla meta
della Ztl di Como

La convivenza con il furbo - a pensarci, poteva essere un titolo buono per quei maestri che rispondevano ai nomi di Fruttero e Lucentini - è cosa a cui siamo abituati. Ancor più dell’abitudine, poi, conta la convenienza. Questo fa di noi esseri a due facce: una pubblica, che condanna le furberie, e una privata che, tanto per non sbagliare, lascia una porticina aperta alle furberie medesime: non sia mai che possa toccare proprio a noi approfittarne.

Sulla carta - anzi: nei social - siamo tutti inflessibili. Guai a chi parcheggia sulle righe, sorpassa senza mettere la freccia, sbaglia giorno per l’esposizione dell’umido e salta la fila all’Asl. Capace che su Facebook li minacciamo di punizioni corporali e sequestro integrale dei beni. Poi, dovessimo essere di fretta e il parcheggio riservato si presenta libero, oppure l’attesa allo sportello diventi troppo lunga, eccoci pronti a raddoppiare, come si dice, i pesi e le misure.

Non si dovrebbe, invece. È sbagliato, anche se umano, comportarsi da talebani con gli altri e con troppa indulgenza con noi stessi. Ci vuole regola, misura e intelligenza. In una parola sola: serietà.

È la considerazione che viene spontanea leggendo, in cronaca, dei continui rinvii che, per ragioni tecniche e burocratiche, l’Amministrazione comunale si vede costretta a digerire in fatto di controllo elettronico del centro storico. In sostanza, mandare avanti l’appalto per le telecamere che dovrebbero vigilare sulla Zona a traffico limitato si è rivelata una corsa a ostacoli.

L’assessore Daniela Gerosa gioca, ed è comprensibile, la carta dell’ottimismo: dopo tanto penare, dice, «ormai ci siamo». Ci siamo, in termini amministrativi, significa che bisognerà aspettare almeno fino al prossimo autunno: nel frattempo il Comune non sarà in grado di garantire un assoluto controllo sui transiti. Come a dire: per i furbetti si profila ancora un annetto di impunità.

C’è poco da fare quando la burocrazia detta i tempi. Indignarsi e auspicare che si proceda in fretta è cosa facile da fare e da scrivere. Molto meno semplice è tradurre in pratica tali concetti. Nel caso del Comune di Como, però, l’incentivo a provarci dovrebbe essere notevole. Dopo tutto, proprio questa amministrazione si è battuta - e ancora si sta battendo - per l’allargamento della Zona pedonale in centro. Una decisione che ha incontrato fiera opposizione, proteste chiassose, duro sarcasmo, raccolte di firme e contestazioni anche molto abrasive. Va dato atto alla giunta di aver tenuto duro fino a quando le è stato possibile dimostrare nel concreto che l’indirizzo presentava i suoi vantaggi e che ha offerto alla città un’occasione per migliorare la qualità della vita.

Sforzo che non si vorrebbe vedere vanificato da una politica sul controllo degli accessi viziata da pressapochismo e timori nello sfidare il prepotente di turno, il privilegiato (e nel gruppo mettiamoci pure la stampa, perché no?) e il rompiscatole.

Al di là delle proteste di alcuni e dell’irriducibile convincimento di altri sulla sua nocività, la Ztl di Como è un bene che deve essere goduto da tutti nelle stesse condizioni: non si discutono i diritti alle eccezioni, si vigili però perché non ci siano abusi. Sarebbe un peccato che il traffico diventato limitato sulla base di considerazioni turistiche e perfino culturali, torni illimitato a causa di derive burocratiche, svogliatezza amministrativa, distrazione politica. Un impegno di serietà farebbe bene a tutti: agli amministratori, ai cittadini e perfino a coloro che si vedessero multare o ritirare un pass immotivato.

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