Lavorò per il Comune con Gilardoni
A lui centomila euro per le paratie

Consulenze: tra gli incarichi contestati dalla Procura il più oneroso all’ingegner Capsoni. Nel 2012 lui e il dirigente furono incaricati da Ferro per uno studio statico al Sinigaglia

L’Anticorruzione vaticina la violazione di un «divieto tassativo». La Procura parla di turbativa d’asta. Il Comune di legittimi incarichi professionali.

Quale sarà la definizione ultima che uscirà dall’inchiesta sul progetto paratie, di sicuro uno degli aspetti più delicati su cui si concentrano le verifiche di magistratura e Guardia di finanza riguarda il ruolo dei consulenti scelti dall’amministrazione Lucini per giustificare prima e progettare poi l’ultima variante per far ripartire il cantiere. Sotto inchiesta, per quello che tecnicamente viene definito come un frazionamento «artificioso» di incarichi che - secondo il presidente di Anac, Raffaele Cantone - dovevano essere affidati con una gara d’appalto, sono finiti due dirigenti di Palazzo Cernezzi: il responsabile unico del procedimento , Antonio Ferro, e il direttore ai lavori, Pietro Gilardoni, indagati per turbata libertà degli incanti.

Le consulenze esterne pagate dal Comune su questo tema sono ammontate complessivamente - tra studio di fattibilità e progettazione della variante - a una cifra netta di 244mila euro (in realtà a Palazzo Cernezzi sono costate 308mila euro), ben oltre la soglia di 200mila prevista dal codice dei contratti pubblici per la gara d’appalto.

Nello specifico: il Comune ha pagato complessivamente (tra studio di fattibilità e progettazione) 97.697 euro all’ingegner Antonio Capsoni per l’aspetto strutturale, 71.239 euro all’architetto Lorenzo Noè per l’aspetto architettonico, 58.364 euro all’architetto Angelo Dal Sasso per la parte paesaggistica, 43.554 euro a Fabio Brunamonte per la parte geologica e infine 37.381 euro all’ingegner Virgilio Anselmo per la progettazione idraulica.

Per tre di questi professionisti il compenso netto complessivo supera anche la soglia di 40mila euro, oltre la quale - e fino a 200mila - una pubblica amministrazione dovrebbe procedere a una gara a inviti, e non all’affidamento diretto.

Ma come ha fatto il Comune a dare gli incarichi direttamente? Parcellizzando (legittimamente, sostiene) le varie voci e tenendo tutti i compensi sotto la fatidica soglia dei 40mila euro. Modalità che - per Anac e Procura - sarebbe vietata. Da qui l’inchiesta, che sta facendo passare al setaccio tutti i vari incarichi.

Il professionista che ha ottenuto il compenso più alto, quasi 98mila euro lordi, è l’ingegner Capsoni, al quale il direttore ai lavori Gilardoni ha firmato (tra il 2013 e il 2014) un doppio affidamento da 39mila e da 38mila euro netti. Gilardoni e Capsoni si erano già incontrati professionalmente a metà 2012, quando il Comune - e per la precisione il dirigente del settore edilizia pubblica Antonio Ferro - affidò ai due professionisti (Gilardoni, all’epoca, non era ancora dirigente in via Vittorio Emanuele) il servizio di verifica di idoneità statica della copertura della tribuna d’onore dello stadio Sinigaglia. Ovvero uno degli incarichi che hanno fatto finire all’attenzione dell’Anac il ruolo di Gilardoni in Comune. Neppure due anni dopo lo stesso si affida alla professionalità di Capsoni per risolvere la spinosa questione paratie. Una consulenza che, al pari delle altre, è ora al vaglio della Procura.

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