Europee: la difficile riscossa di Renzi

Il timore è che un pezzo su Matteo Renzi che si candida alle elezioni europee dell’8-9 giugno determini un coro di “chisse…”.

Ma è sempre il caso di buttare un occhio alla parabola politica dell’ex enfant prodige toscano (che come preparazione e acume resta un numero uno al di là della simpatia pari a quella di un crostaceo che si infila nella biancheria intima indossato), ora in discesa, perché, al di là degli errori, il già presidente del Consiglio, non fa mai nulla per caso.

E, soprattutto, dove (politicamente) sente odore di sangue si infila perché la battaglia e l’intrigo sono il suo pane quotidiano. La scelta europea, che al contrario di tutti gli altri leader di partito, Meloni, Schlein e Tajani, onorerà in caso di elezione, non è casuale in questo senso. Si sa che l’esito del voto dell’8 e 9 giugno è in bilico tra l’estabilshment di centrosinistra che ha gestito l’Unione negli ultimi cinque anni grazie alla “maggioranza Ursula” (dal nome di battesimo della presidente Von Der Layen) frutto del patto tra le due famiglie continentali dei Popolari e dei Socialisti e l’ascesa della destra populista e sovranista, in Italia rappresentata soprattutto dalla Lega di Matteo Salvini. La previsione è di equilibri molto sottili: ideali per chi vuole giocare la carta dell’ago della bilancia.

L’altro Matteo ha dato alla sua lista una connotazione nettamente europeista (lo slogan scelto dal “Capitano” per il Carroccio è “Meno Europa” tanto per capirci) e dichiarato la netta contrarietà a un bis di Von Der Leyen.

L’impressione è che tenti di ripetere, a Strasburgo e Bruxelles, la manovra politica con cui aveva contribuito in maniera decisiva a far fuori il Conte due e a portare Mario Draghi a palazzo Chigi.

L’identikit dell’ex presidente della Bce sarebbe l’ideale per Renzi. Il quale però, deve prima superare lo scoglio del 4%. Per riuscire a essere eletti al Parlamento europeo, infatti, occorre raggiungere questa soglia di voti. I sondaggi accreditano i renziani in “bilico”. Per questo in cerca di nuovi consensi, l’ex premier italiano ha imbarcato un po’ di tutto: da Emma Bonino a “vasa vasa” Totò Cuffaro. Quando servono voti non bisogna andare troppo per il sottile, anche a costo di mettere su una specie di caravanserraglio della politica.

Se le cose andranno come vorrebbe Renzi, la sua immagine politica avrebbe un clamoroso rilancio europeo dopo il lungo declino italiano. Difficile immaginare come andrà. Sarebbe necessario che gli elettori percepissero il “messaggio” più di colui che lo veicola.

Forse anche per questo Renzi ha deciso di candidarsi non come capolista, bensì in fondo all’elenco dei candidati.

Un po’ in ossequio al vecchio motto dell’Ecce Bombo di Nanni Moretti: ““Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”

Ma non solo. L’impressione è che il leader di Italia Viva dopo aver perso il referendum sulle riforme che aveva personalizzato, una sconfitta che ha segnato l’avvio del declino che tutt’ora prosegue, ne tenti un altro, anche se in tono decisamente minore.

Insomma se tanti si prenderanno la briga di scorrere tutta la lista di “Stati Uniti d’Europa” per scrivere poi il nome di Renzi sulla scheda, si potrà parlare di rivincita.

E da lì in poi tutto dipenderà dal risultato complessivo del voto. Ecco perché vale la pena di seguire le avventure politiche di Matteo.

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