Campeggio “No stress”: «Sfrattati e non troviamo casa»

Lazzago Quasi tutti italiani e con un’occupazione, eppure gli ospiti non riescono ad affittare un alloggio: «A Como prezzi troppi alti e offerta limitata». Niente contratto ai tanti lavoratori stagionali oppure a termine

Sono quasi tutti italiani, hanno un lavoro, eppure per loro è impossibile trovare una casa in affitto.

È la storia - quasi la stessa per tutti - che raccontano gli ultimi ospiti del campeggio No stress di Lazzago, sfrattati ieri in ottemperanza a un’ordinanza emessa dal Comune un anno fa: troppe violazioni alle norme di sicurezza, troppi incidenti con il monossido e i principi di incendio.

Parte degli ospiti se ne erano già andati nei mesi scorsi, gli ultimi hanno lasciato ieri mattina le chiavi nella toppa dei bungalow da 650 euro al mese più le spese e se ne sono andati.

Dove? Chi all’Ostello bello, chi in un altro campeggio, chi soccorso da un’associazione di volontari. Ma sono tutte soluzioni provvisorie, e dietro l’angolo non se ne vedono di migliori: i nostri Servizi sociali si fanno carico solo dei cittadini comaschi, che sono una minoranza, e i Comuni di residenza, ammesso che si occupassero dei loro, troverebbero ovviamente soluzioni lontane dal posto di lavoro, che è qui.

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I servizi sociali

Peraltro non tutti gli sfrattati sono utenti-tipo dell’assistenza pubblica: c’è Walter, 49 anni, per esempio, che ha un contratto a tempo indeterminato con una ditta di logistica, prende 2000 mila euro al mese ma non può permettersi gli affitti comaschi: «Io mille euro più le spese non li posso pagare», ha anche da pensare a un figlio che vive con la mamma. E anche Sherin, mamma cingalese che viveva al camping con un bimbo di 11 anni e il marito, lavora come badante a Milano e ha un contratto a tempo determinato, ma il marito è un lavoratore stagionale in uno dei cinque stelle sul lago, impossibile mettere a bilancio un affitto a tre zeri.

Il problema, anche al di fuori dei casi estremi - ma nemmeno tanto - legati alla vicenda del camping è che nella Como benedetta dal boom del turismo i prezzi delle case sono alle stelle, e che chi ha appartamenti da affittare si è buttato - legittimamente - su Airb’n’b. Un problema che tocca drammaticamente anche i lavoratori della sanità e della scuola, e che dove la vita colpisce più duramente - tanti degli ospiti sfrattati dal “No stress” hanno problemi di salute anche molti invalidanti o congiunti malati - contribuisce ad affossare le possibilità di ripresa.

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Le responsabilità

Fabio Rossi, 51 anni, di Cadorago, ha un contratto a tempo determinato come corriere. Ha vissuto al camping per tre anni e ora ha trovato una sistemazione all’Ostello bello ma è in parola per un monolocale a Grandate per 700 euro: «Ci stiamo arrangiando, ognuno come può - dice - Anche perché il sindaco, nonostante le promesse, non si è mai fatto vedere, ma qui le responsabilità sono trasversali, dai gestori alle varie amministrazioni».

Ilaria, 45 anni, di Empoli, ha un profilo di alto livello: laurea in economia bancaria, master in giornalismo internazionale, lavora nella finanza per una multinazionale londinese. Sfrattata dal camping di Lazzago, si è trasferita in quello di Eupilio. Anche per lei l’ostacolo è il tempo determinato, oltre a un’invalidità del 50% a causa di una brutta malattia il Lupus: «Io i soldi ce li avrei, ma non mi fanno il contratto d’affitto», dice.

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