Passato prossimo
Per «Produzioni Ininterrotte», il festival dedicato alla letteratura del lavoro, ospiti Alessandro Roncaglione e Giovanni Tamanza con il libro che esplora i contrasti e le commistioni tra gli edifici industriali e le abitazioni operaie.

Passato prossimo: il tempo verbale di un passato che non si è ancora concluso, che sta ancora agendo, aperto, sul nostro presente. Un passato vivo: nella memoria, nell’architettura, nelle generazioni, negli occhi di chi vede per la prima volta e immagina. Passato prossimo perché ci è vicino, anche fisicamente: una geografia prossima per chi la abita, la prossimità di chi le si avvicina per la prima volta. Con questo progetto/libro intendiamo esplorare il paesaggio urbano e l’architettura industriale di Crespi d’Adda e Sesto San Giovanni, due esempi di industrializzazione lombarda, attraverso fotografie che documentano strutture, spazi e geometrie di queste aree, il progetto intende raccontare come l’architettura industriale e residenziale abbia influenzato il paesaggio e la vita degli abitanti dai primi del 900 ad oggi. Il libro esplora i contrasti e le commistioni tra gli edifici industriali e le abitazioni operaie, sottolineando quello che è oggi il paesaggio urbano, le funzionalità che hanno gli edifici e l’organizzazione architettonica odierna dei due Comuni.
Alessandro Roncaglione
Fotografo specializzato nella fotografia di architettura e paesaggio urbano. Nato del 1977, lavora come fotografo professionista dal 2008 e la sua esperienza lavorativa include collaborazioni con studi di architettura, progettisti e imprese costruttrici per documentare una vasta gamma di progetti, dalle infrastrutture moderne agli interventi di riqualificazione urbana, fino alla valorizzazione del patrimonio storico. Ha all’attivo pubblicazioni su siti e riviste di settore e libri (”Oltre il Fiume” edito da SelfSelfBooks e “Bergamo Brescia Cultura d’Impresa” pubblicato dal Museo della Fortografia di Bergamo con i Comuni di Bergamo e Brescia) e progetti indipendenti. Progetti in cui racconta il paesaggio antropico cercando di stimolare una riflessione sul ruolo che gli spazi costruiti hanno nel nostro ambiente, una riflessione che sia testimonianza della capacità dell’uomo di rendere l’ambiente un paesaggio che racconta storie di progresso, di creatività e anche di fallimenti ma dove ogni edificio, strada o campo agricolo è il risultato di un’idea, di un progetto, di una visione. E’ convinto che la fotografia non sia solo uno strumento per documentare, ma un mezzo per interpretare e valorizzare l’architettura e il paesaggio creando un dialogo visivo che ispira e coinvolge. Continua a esplorare questo campo con curiosità e passione, cercando sempre nuove idee e opportunità per contribuire in qualche maniera alla narrazione visiva del nostro mondo costruito.
Giovanni Tamanza
Nato nel 1971, si è avvicinato alla fotografia durante gli studi all’Istituto Statale d’Arte di Monza, dove ha iniziato a coltivare una passione per la fotografia analogica, che continua a utilizzare nei suoi progetti personali. Predilige l’uso di fotocamere di grande formato analogiche. Questo approccio richiede tempo e attenzione, ma valorizza il suo processo creativo e gli permette di ottenere immagini che rispecchiano la sua visione.
Il suo interesse principale è la fotografia di paesaggio urbano. Vive a Sesto San Giovanni, la città in cui è nato, e si dedica a documentarne le trasformazioni architettoniche e sociali. In questo percorso, si identifica nelle parole di Todd Hido: “Per me non è un mistero che possiamo fotografare efficacemente solo ciò a cui siamo realmente interessati o, forse ancora più importante, solo ciò con cui abbiamo a che fare. Spesso inconsciamente.” Nel corso della sua carriera, ha avuto modo di esporre le sue opere in diverse mostre, personali e collettive, dove ha potuto condividere la sua visione della città e il suo approccio alla fotografia analogica.