Narrazioni e distopie penitenziarie
Incontro con Pietro Buffa in piazza Cavour

Pietro Buffa presenta Narrazioni e distopie penitenziarie (Edizioni Intra) dialogando con Fulvio Anzaldo.
Il carcere, come molti altri ambiti, istituzionali e non, è ovviamente rappresentato secondo narrazioni le più diverse che fanno presa sull’opinione pubblica e sui decisori politici, sempre attenti a non perdere il contatto con gli interessi ed il consenso di potenziali elettori. In questo caso la verosimiglianza delle argomentazioni sostenute sindacalmente è giunta ad indirizzare, rinforzare e sostenere la volontà politica di modificare il quadro normativo e le mission istituzionali e professionali di molti dei componenti del sistema penitenziario italiano, sino ad allontanarle dagli originali precetti ordinamentali. Questo contribuisce a modificare il senso, costituzionalmente inteso, della pena. Il tutto avviene in coincidenza di una fase di forte perturbazione storica, economica e sociale che fa del carcere un dolente crocevia del disagio, altrove non risolto e ad esso indirizzato, che meriterebbe, invece, la riaffermazione assoluta di quegli stessi principi.
Pietro Buffa, nasce a Torino nel 1959. Dopo una laurea in scienze politiche e una specializzazione in criminologia clinica inizia la sua carriera nell’amministrazione penitenziaria. Ha ricoperto le funzioni di direttore della casa circondariale di Asti e successivamente ad Alessandria, Saluzzo e Torino. Promosso dirigente generale, ha svolto gli incarichi di provveditore regionale in Emilia Romagna, in Lombardia, nel Triveneto e nel distretto del Piemonte e Valle d’Aosta. Da ultimo, al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha svolto anche gli incarichi di direttore generale del personale e delle risorse e, successivamente, della formazione sino al termine del suo servizio. Ha conseguito il dottorato di ricerca in sociologia del diritto ed è autore di sei monografie e oltre settanta articoli scientifici in materia penitenziaria e criminologica.