
LacMus festival fa tappa negli spazi all’aperto del maestoso Castello Durini ad Alzate Brianza. Circondato da un giardino pensile all’italiana unico in Lombardia, il Castello sorge su un colle da cui si possono ammirare il Monte Rosa, le Grigne e il Resegone. L’edificio ha accolto nel corso dei secoli ospiti illustri come Giuseppe Parini, Gioachino Rossini, Giovanni Verga e i reali di casa Savoia.
Il programma della serata prevede l’esecuzione di ben tre concerti per pianoforte, affidati al solista e compositore Vyacheslav Gryaznov e ad un’orchestra virtuale, G-Phil, applicazione sviluppata dallo stesso artista e che mostra il lato più innovativo del Festival. Il programma esprime alla perfezione lo spirito modernista e ottimistico della prima metà del Novecento: il Concerto per la mano sinistra di Ravel e il Primo Concerto di Shostakovich sono attraversati dal fremito ritmico di quell’epoca, in cui i recenti echi guerreschi si mescolano a quelli del jazz che si stava diffondendo in Europa. Gryaznov è invece l’autore della Rhapsody in black che, sebbene scritta pochi anni fa, guarda alla stessa epoca e alle stesse influenze, rielaborando materiale tematico tratto da Gershwin.
Il concerto con un pianista in carne ed ossa e un’orchestra virtuale, prende le mosse da una pagina del 1933, che Shostakovich intitolò Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra d'archi e tromba. Articolato in quattro tempi, il concerto riporta temi tratti da opere di Beethoven e Haydn, canti ebraici e persino parodie di musiche dell’autore stesso. Il compositore strizza inoltre l’occhio al mondo del cinema, ad esempio nel valzer del secondo movimento. Movenze di danza e ritmi di musica popolare si ritrovano nei tempi veloci - l'Allegro con brio finale è un divertente galop -: siamo insomma di fronte ad un fantasioso mosaico di citazioni, che però il compositore russo riesce a rendere una partitura coerente e omogenea.
Come spesso avviene in Shostakovich, il tono è scherzoso, graffiante, a volte caricaturale. Egli scrisse: «Sono un compositore sovietico e sento che la nostra epoca è un'epoca eroica, piena di vigore e di gioia di vivere: è questo che ho voluto inserire, trasmettere».
La stessa spinta vitale ritroviamo nel Concerto per la mano sinistra commissionato a Ravel dal pianista austriaco Paul Wittgenstein, che durante la prima guerra mondiale era rimasto privo del braccio destro. Fu lui a eseguirlo a Vienna nel 1931, suscitando grande apprezzamento. Questo concerto ha una forza comunicativa e un calore espressivo che non sembrano ottenuti con sole cinque dita e dimostra l'estrema sensibilità di Ravel, capace di creare un capolavoro a partire da una limitazione tecnica. Il Concerto in re pare richiamare a tratti le atmosfere nebbiose de La valse, a tratti quelle sognanti di Ma mère l'oye, per poi tramutarsi in una danza arricchita da effetti di derivazione jazzistica. Inarrivabile l’invenzione timbrica, che prevede ‘uscite’ improvvise e originali di vari strumenti, dal controfagotto agli ottoni. Il concerto si conclude con cinque battute rapide e sferzanti, che paiono frustate di un domatore nel circo.
La seconda parte del programma porta la firma dello stesso pianista, Vyacheslav Gryaznov, che presenta la sua Rhapsody in black su temi di Gershwin e così ne racconta la genesi: «La Rhapsody in black su temi tratti da Porgy and Bess nasce per due pianoforti, per il famoso duo pianistico formato da Nikolai Petrov e Alexander Ghindin. Purtroppo Petrov ebbe un ictus alcune settimane prima del debutto alla Sala Tchaikovsky di Mosca e morì due mesi più tardi. Aveva avuto una parte molto attiva nel processo di creazione della Rhapsody, mi chiamava quasi tutte le settimane, chiedendomi come stava andando, mettendomi pressione e incoraggiandomi. La sua morte è stata per me un vero shock. L’unica cosa che potevo fare era dedicare la Rhapsody alla sua memoria. Nell’estate del 2011 ne ho fatto una versione con orchestra».
Classe 1982, Vyacheslav Gryaznov è pianista e autore di oltre 40 arrangiamenti per concerto. Si è guadagnato la reputazione di essere uno dei più straordinari giovani arrangiatori attualmente in attività. Nel 2015 ha firmato un contratto editoriale con la prestigiosa Schott Music. Gryaznov è vincitore di concorsi internazionali in Italia, Ucraina, Danimarca, Georgia, Giappone e Russia (inclusi sei primi premi e Grand Prix) ed ha effettuato tournée in numerosi paesi d’Europa, in Africa, Giappone, Stati Uniti e in tutta la Russia. Nel 2022 ha fondato e assunto il ruolo di direttore artistico di PianoFete, un festival dedicato al duo pianistico che si tiene a Vashon Island (nell’area di Seattle, USA). Il festival si concentra sull’ampliamento del repertorio per due pianoforti e sulla promozione di opere originali.
Un ambizioso progetto discografico, con la partecipazione della Austrian Radio Symphony Orchestra (ORF) e del direttore Wayne Marshall, è previsto per questa estate. Il nuovo album presenterà Rhapsody in blue di Gershwin e Rhapsody in black dello stesso Gryaznov.
Durante la pandemia del 2020-2022, Gryaznov ha sviluppato una piattaforma di orchestra virtuale chiamata G-Phil, che già diversi musicisti hanno utilizzato per esibizioni dal vivo in tutto il mondo. Così racconta il suo ideatore: “Sembra che la pandemia del 2021 abbia spinto molte persone a essere ancora più creative di prima. L’idea di GPhil – abbreviazione di Gryaznov Philharmonic, come alcuni amici avevano iniziato a chiamarmi conoscendo la mia passione per gli accompagnamenti dei concerti strumentali – è nata proprio in quel periodo. Inizialmente era solo uno strumento molto semplice e limitato per la mia pratica personale, ma col tempo si è trasformato in qualcosa di completamente. Ho cercato un modo per unire l’altissimo livello tecnologico di cui oggi possiamo beneficiare con alcune esigenze molto specifiche della vita quotidiana di un musicista classico. Si è scoperto che questi due ambiti possono – e anzi dovrebbero – essere combinati per portare vantaggi a entrambi! GPhil è un’app per esercitarsi o suonare dal vivo con un’orchestra virtuale. Creando tracce orchestrali attraverso strumenti software, il mio obiettivo è offrire un partner musicale entusiasmante, coinvolgente, flessibile per musicisti di tutti i livelli. Seguendo un approccio un po’ tradizionale, l’app non utilizza strumenti di intelligenza artificiale (almeno per ora); è un’esperienza artigianale. Cerco di far respirare i miei musicisti virtuali, di renderli il più umani e vivi possibile, e semplicemente di rendere il suonare con loro un’esperienza divertente.
Un effetto collaterale molto interessante di GPhil è la possibilità di portare il genere del concerto strumentale in luoghi dove prima non era possibile o adatto. Ogni spazio abitativo, sala da camera, ufficio, aeroporto – qualsiasi luogo con un pianoforte e un set di altoparlanti – può trasformarsi in una sala da concerto. L’app è completamente gratuita, chiunque può provarla e farne uso. Spero che la mia interpretazione dei concerti per pianoforte di Shostakovich e Ravel, così come la mia Rhapsody in Black, possa mostrare tutto il potenziale di GPhil”.