E anche a me piace stare in mezzo al buio
Una pièce di Quattrone per il Como contemporary festival 2023

E anche a me piace stare in mezzo al buio
di Alessandro Quattrone
con Jasmine Monti e Umberto Pedraglio (al violoncello)
regia di Stefano Annoni
assistente alla regia Giulia Asselta
musiche di Umberto Pedraglio e Giovanni Sollimaassistente alla regia Giulia Asselta
Il Teatro incontra la Musica contemporanea, dando vita alla storia di Didi, una ragazza tranquilla ma attraversata da un insopprimibile bisogno di libertà. «Didi ha quell’espressione in viso, quando guarda negli occhi! Perché lei guarda dritto negli occhi... senza calcoli, senza timore». Chi è Didi? Perché di volta in volta affascina e inquieta, rallegra e strazia I suoi interlocutori? Perché i suoi desideri sono dirottati dalla terra al cielo, da cui lei stessa sembra provenire come un angelo in esilio? Perché è così distante dal mondo, quando si sente in armonia con tutto e tutti? «Didi non è una creatura di questa terra. Non è adatta a questa terra. Lei dovrebbe stare in cielo... come tutti gli angeli... Lontano da questo schifo. Lontano da tutto. Da tutto».
È un monologo a più voci, durante il quale prendono la parola tre personaggi femminili (Didi, la sorella Sara e l’amica Susy). Si alternano così visioni differenti delle medesime cose, in un succedersi di episodi. Più si va avanti e più si delinea la struggente storia di una ragazza tranquilla ma attraversata da un insopprimibile bisogno di libertà, che la spinge a guardare gli altri con fiducia, esponendosi alla costante insidia dei profittatori.
Didi, con la sua bellezza e il suo carattere davvero unici, suggerisce che la felicità può anche presentarsi in modo strano, paradossale, ma in fondo è semplice e luminosa: come le stelle, che ci sono sempre ma si notano soltanto quando il cielo è buio.