A occhi aperti
Alla Piccola Accademia una pièce sull’abuso sui minori
A occhi aperti
Ideazione e progetto di Olga Bini
Regia Valeria Fornoni
Con Salvatore Alfano e Olga Bini
Testo di Salvatore Alfano, Olga Bini e Valeria Fornoni
Consulenza fiaba Bruna Bonanno
Consulenza scena Maddalena Oriani
Sound design Maurizio Berta
Produzione TeatroGruppo Popolare
In occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, debutta la nuova versione di A occhi aperti, lo spettacolo ideato da Olga Bini, che affronta uno dei temi più difficili e meno raccontati: gli abusi su minori.
Nel 2024 in Italia sono stati registrati oltre 7mila reati contro minori: un +35 percento rispetto a dieci anni fa. Una cifra che rappresenta solo la parte visibile del fenomeno. «Gli abusi minorili restano un tabù. Se non se ne parla, se non impariamo a riconoscerli, continuiamo a non fare prevenzione e continuiamo a lasciare soli bambini, adolescenti e adulti che vivono o hanno vissuto una ferita profonda, generando continui e molteplici malesseri.» afferma Olga Bini. Quando la vittima è una bambina o una ragazza, l’abuso diventa anche una forma di violenza di genere. Per questo A occhi aperti trova un suo spazio naturale proprio nella settimana che unisce il 20 novembre e il 25 novembre: infanzia non protetta e violenza contro le donne sono ferite che attraversano generazioni e spesso si intrecciano.
Il testo e la messa in scena affrontano con estrema delicatezza, poesia, gioco e lievità ciò che spesso resta invisibile: il silenzio, la vergogna, la paura e la confusione che circondano chi subisce un abuso e chi ci vive accanto. Lo spettacolo si concentra sui segnali nascosti, sui silenzi che non si sentono, su ciò che bambini, ragazzi e adulti trasmettono senza riuscire a dirlo apertamente. Tratto da una storia vera e da una lunga ricerca, A occhi aperti usa il linguaggio teatrale per creare uno spazio sicuro in cui riconoscersi, comprendere, confrontarsi e imparare a chiedere aiuto. Uno spazio per risvegliare l’attenzione degli adulti - genitori, insegnanti, educatori, ecc. - e offrire strumenti utili a riconoscere, intervenire, prevenire. Lo spettacolo è rivolto sia agli adulti sia ai ragazzi (in questa sede dai 14 anni) per aumentare la consapevolezza, riconoscere i segnali e aprire spazi di dialogo.
Tratta da una storia vera italiana, lo spettacolo racconta di Elly, una donna che torna dopo molti anni in Islanda, la terra dove ha vissuto l’infanzia. Qui ritrova l’amico Ollie, con cui avvia un fitto dialogo, a tratti giocoso a tratti serio, e attraverso un gioco che li mette a nudo i due si raccontano il presente e ripercorrono il passato comune. Il gioco porterà Elly, inizialmente restia, a ripercorrere anche i momenti più difficili della sua infanzia: il non essere vista, ascoltata, accolta e protetta, l’abuso che ha subito dal nonno, il medesimo abuso che la donna svela essere stato subito anche da sua madre. Questo percorso al termine consentirà alla donna di proseguire serenamente per la propria strada pur nella consapevolezza che le cicatrici, per loro natura, rimangono, come il rilievo che la sua terra d’origine sembra continuamente proporre sulla pelle del nostro pianeta.