Mercoledì
8
Marzo
Uno sguardo dal ponte al Teatro Sociale
Massimo Popolizio porta in scena un classico moderno di Arthur Miller
EVENTO CONCLUSO

Uno sguardo dal ponte
di Arthur MillerRegia di Massimo Popolizio
Traduzione di Masolino D’Amico
con Massimo Popolizio, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino, Marco Mavaracchio, Gabriele Brunelli e Marco Parlà
Scene di Marco Rossi
Costumi di Gianluca Sbicca
Luci di Gianni Pollini
Suono di Alessandro Saviozzi
Produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro Di Roma – Teatro Nazionale e Emilia Romagna Teatro Fondazione
Massimo Popolizio, attore, regista e mattatore affronta il capolavoro di Arthur Miller, una fotografia cruda e drammatica di una delle mille facce della New York anni Cinquanta. Il dramma, scritto nel 1955 a partire da un brutale fatto di cronaca, narra le disavventure di un immigrato italiano a New York, dilaniato da una morbosa passione. Ambientato in una comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, Uno sguardo dal ponte è il dramma della gelosia di Miller. Un grande affresco sociale, ma anche il ritratto di un uomo onesto, Eddie Carbone, compromesso e sconfitto da una incestuosa passione erotica. Il testo ancora oggi concentra una serie di temi scottanti e attuali: la fuga dalla povertà, le tensioni dell’immigrazione clandestina, la caccia allo straniero e gli affetti morbosi che possono dilaniare una famiglia. Massimo Popolizio ne fa un grande racconto teatrale con la potenza espressiva di un film. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film. Tutta l’azione è un lungo flash-back, Eddie Carbone, il protagonista, entra in scena quando tutto il pubblico già sa che è morto. Ci sarà un ponte, ci sarà una strada e in questa strada dei mobili, che sono la memoria della famiglia Carbone… Arriva l’avvocato Alfieri, la sua funzione somiglia a quella di un coro greco, è presente nel racconto e al contempo è spettatore fuori dalla scena, ci introduce nella vicenda che turbò profondamente Miller e che lo portò a scrivere questo capolavoro della letteratura americana.