Nove Colli, il ciclismo si fa in 12 mila

Si chiama Nove Colli ed è facile intuirne il perché. La "Gran Fondo" organizzata dalla Coppi di Cesenatico, in realtà, è qualcosa di molto simile a un concerto rock in bicicletta. Per le dimensioni (12 mila iscritti e altrettanti in lista d'attesa), per lo scenario marino e (quasi) montano insieme, per quell'atmosfera che si respira nella patria di Marco Pantani, dove si vive di piadina e bicicletta e, per una cosa così, non ci pensano mezzo minuto a chiudere tutte le strade, rotatorie comprese.

Tutto ciò per dirvi che ci saranno almeno una cinquantina di comaschi al via. Mischiato tra di loro ci sarà anche il vostro blogger, alla seconda esperienza e con la segreta aspirazione di impiegare anche un minuto in meno dello scorso anno. Ma con la consapevolezza che, tutto sommato, chissenefrega visto che la morale di una manifestazione di questo genere non contempla affatto lo striscione d'arrivo. Se non come punto di arrivo che, come potete facilmente immaginare, non è esattamente un dato di fatto da sottoscrivere in partenza. Oltre 130 chilometri del percorso "breve" e 200 di quello lungo non sono esattamente una scampagnata domenicale, su e giù per quelle colline che tagliano le gambe.

Non sto a tirarmela troppo sullo sport pulito, il doping che imperversa anche tra gli amatori (e vivaddio che qualcuno lo beccano e lo puniscono severamente), quel senso di rivincita senile che molti vedono in tanti pedalatori della domenica e magari c'azzeccano pure.

Resta il piacere e non è poco. Per informazioni chiedere a Davide Cassani, Yuri Chechi, Antonio Rossi, Linus, Jarno Trulli e via via citando tutti quelli che si sono cimentati nella competizione. Buon ultimo, ma non l'ultimo, anche lo chef Davide Oldani che, in una bellissima intervista a Sport Week, ha spiegato in tre portate il significato più autentico del ciclismo.

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