Prima persona singolare

Non c’è nulla di peggio, insegnano i sacri testi, che parlare di sé. Interessa solo a tua madre e forse neppure a lei così tanto, mi hanno ripetuto sin dall’adolescenza giornalistica. Confesso che mi sono quasi affezionato alla regola e, se per una volta vi contravvengo, è soltanto per giustificare l’insolito silenzio di questo blog. Molto semplicemente, il periodo di lavoro a “Il Cittadino di Monza” concordato con l’azienda è scaduto e sono tornato da dove ero venuto due anni e mezzo fa, ovvero a “La Provincia” e, nello specifico, all’edizione di Como.

Continuerò a fare il caporedattore in riva al lago, dunque, ma spero di poter continuare ad onorare questo appuntamento, come il direttore di questo giornale Giorgio Bardaglio mi ha invitato a fare. Di questo lo ringrazio con tutto il cuore, naturalmente, perché in questo periodo ho conosciuto attraverso il blog un sacco di bella gente. Appassionati di ciclismo come il sottoscritto, che mi hanno stimolato su molti argomenti, hanno alimentato le mie cronache (che cronache peraltro non sono) e non mi hanno mai fatto venire meno il loro incondizionato sostegno. Del tutto immeritatamente, sia chiaro.

Se lo vorrete, potrete continuare a leggermi su questo sito. E, se vi capita, magari anche su quello de “La Provincia di Como” (www.laprovinciadicomo.it) perché il mio nuovo direttore, Diego Minonzio  - altrettanto generosamente – si è detto lieto di ospitare queste chiacchiere in libertà. Il grazie è doveroso. Come quello che estendo a tutti i monzesi che mi hanno letto qui, sulla pagina di Facebook o vi hanno avuto accesso attraverso il cinguettio di Twitter. Si torna in sella.

© RIPRODUZIONE RISERVATA