I tessuti green
biodegradabili
Una sfida comasca

Penn Italia e Tinto Stamperia di Lambrugo protagoniste di Econnection che si svelerà a MarediModa . Federico Colombo: «Mission coerente con la strategia sulla sostenibilità»

Sempre più sistematico l’approccio del tessile comasco alla sostenibilità, una partita che gli operatori della filiera non hanno smesso di giocare anche quando lo tsunami pandemia ha tolto ossigeno alle loro attività.

È significativo che proprio la peggior crisi del comparto abbia spinto gli imprenditori più accorti a riassettare modelli del passato per diventare più competitivi in ricerca, sviluppo e promozione di nuovi prodotti amici dell’ambiente.

L’industria del tessile e dell’abbigliamento, è noto, ha un impatto importante, non solo a livello di consumi idrici e di emissioni di gas serra in atmosfera, ma anche di produzione di rifiuti.

Ogni anno vengono prodotti circa 80 miliardi di nuovi capi e dei 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti tessili prodotti in Europa circa un quarto viene riciclato. La biodegradabilità, in questo contesto, sembra essere una nuova frontiera della moda ecosostenibile e dell’abbigliamento eco-friendly.

È nato così Econnection, progetto green sposato da due aziende caratterizzate da identità e specificità diverse: Tessitura Colombo di Busto Arsizio e Penn Textile Solutions insieme a Penn Italia con sede a Bregnano, con la collaborazione di Elastici Besana e della Tinto Stamperia di Lambrugo.

Questa sinergia scaturita in maniera quasi spontanea punta a offrire al mercato un ricco “pacchetto” di tessuti biodegradabili, raccolti in un box di presentazione che verrà inviato ai brand del lusso e ai grandi gruppi della confezione.

«La presentazione ufficiale del progetto avverrà in occasione dell’edizione speciale di MarediModa, la prestigiosa vetrina del beachwear in scena dal 3 al 5 novembre a Villa Erba. Abbiamo deciso di partecipare all’evento tutti insieme con un unico stand su cui campeggerà la scritta Econnection» dichiara Federico Colombo, Ceo di Penn Italia e vice presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como - la sfida per le piccole /medie realtà è di unirsi e valorizzare al meglio le proprie caratteristiche in modo virtuoso per fronteggiare i grandi colossi con collezioni di nicchia che fanno bene al pianeta».

Usato e invenduto

E su questo tema la biodegradabilità sta occupando uno spazio importante per risolvere il problema dello smaltimento sia dei capi usati sia dell’invenduto giacente in magazzino.

Ogni anno vengono prodotti miliardi di indumenti e milioni di tonnellate di rifiuti tessili in Europa, e secondo le statistiche solo un quarto viene riciclato. La biodegradabilità è vista quindi come la nuova frontiera della moda eco-friendly.

Selezione di tessuti

«Il nostro pacchetto -spiega Federico Colombo - comprende una selezione di tessuti tecnici, di tulle, pizzi, charmeuse ed elastici destinati alla moda intimo, mare, sport e pret-à-porter. Derivano dalla combinazione di fibre ed elastomeri biodegradabili e degradabili».

Per rendere un tessuto ecologico, e quindi biodegradabile, si comincia dalla materia prima nell’ottica di rendere il guardaroba, una volta dismesso, facilmente decomponibile se scartato in discariche attrezzate.

«Per arricchire la collezione Econnection sono stati inseriti anche articoli creati con fibre riciclati e tinti al naturale - evidenzia Colombo - Questa mission di economia circolare che ci siamo dati si basa anche su scelte aziendali fatte già da anni per diminuite l’impatto sull’ambiente delle nostre attività, e mi riferisco al perfezionamento dei processi produttivi per ridurre i consumi di acqua ed energia, la produzione di rifiuti e l’impiego di sostanze tossiche.

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