Il no alla salamelle
diventa un caso politico

«Questa festa s’ha da fare». A dirlo è Ivano Bianchi, vicepresidente del consiglio provinciale, a cui proprio non piace la risposta del sindaco Giovanni Rossini alla richiesta di concessione del centro civico inoltrata della sezione leghista di Taverneri. Il Comune, infatti, ha negato l’autorizzazione per quello che in origine doveva essere un incontro di tre giorni.

TAVERNERIO «Questa festa s’ha da fare». A dirlo è Ivano Bianchi, vicepresidente del consiglio provinciale, a cui proprio non piace la risposta del sindaco Giovanni Rossini alla richiesta di concessione del centro civico inoltrata della sezione leghista di Tavernerio, per organizzarvi una festa. Il Comune, infatti, ha negato l’autorizzazione per quello che in origine doveva essere un incontro di tre giorni. Diversi i tentativi di raggiungere un accordo andati a vuoto. Dapprima, secondo i leghisti, il problema sembrava essere la durata che, quindi, era gradualmente stata portata a una singola data. L’appuntamento, salvo imprevedibili cambi di rotta, ad oggi dovrebbe comunque saltare, poiché, secondo comunicazione scritta indirizzata ai lumbard, il centro civico “prevede usi pubblici”. Tesi, quest’ultima, sostenuta anche da esempi quali biblioteca e strutture a essa affini. In risposta la Lega tende e precisare che anziani e cittadini sarebbero stati ben accetti, mentre, il consigliere provinciale parla «di un grave atto antidemocratico. Le richieste della sezione erano compilate nel modo corretto e per nulla pretenziose. I problemi non sono stati creati dal nostro partito. Trovo ridicolo creare un caso politico intorno a una festa ludico ricreativa». Ivano Bianchi tiene inoltre a sottolineare che gli spazi sarebbero stati pagati con conseguente guadagno per le casse comunali e, dicendo che non esclude di portare la questione in consiglio provinciale, aggiunge: «Stigmatizzo questo comportamento. Il sindaco non ha ben chiari neppure i più elementari concetti di democrazia, dello stare insieme. Non ci arrenderemo, farò di tutto perché i festeggiamenti abbiano luogo».

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