Como, 60mila pensionati vivono
con meno mille euro al mese

La denuncia arriva dalla Cgil. Nel congresso provinciale della categoria, il segretario Amleto Luraghi, è stato esplicito nel descrivere la situazione di difficoltà in cui versano i pensionati comaschi. E il dato allarmante è che 60mila pensionati "sopravvivono" con meno di 500 euro al mese.

Sessantamila pensionati in provincia di Como vivono con meno di 500 euro al mese, altri 90mila con meno di 750 euro, 110mila con meno di mille euro, molti di questi pensionati non hanno altri redditi e diverse spese da affrontare. La fotografia della situazione pensionistica provinciale presentata dalla Cgil durante il congresso del Sindacato pensionati italiani di Como è disarmante, e mostra anche una netta spaccatura tra i molti con pensioni bassissime e chi percepisce quasi duemila euro mensili. La media delle pensioni in provincia resta comunque decisamente bassa, i 167mila pensionati di Como percepiscono in media 873 euro. «Il 36% di queste pensioni non supera i 500 euro, un ulteriore 19% non supera i 750 euro, ed ancora un altro 11% non supera i mille euro - ha spiegato ieri nella sua relazione il segretario generale dei pensionati di Cgil Amleto Luraghi -. Il 67% delle pensioni in provincia di Como sono sotto i mille euro (si parla di circa 112mila persone). Va aggiunto che sulle pensioni più elevate e sui redditi da pensione agisce un prelievo fiscale che riduce di molto il valore. Non sono lontano dal vero se affermo che i pensionati versano al fisco 30 milioni di euro. Le richieste che da tempo avanziamo (fisco, rivalutazioni, quattordicesima) sono indispensabili, ma occorre anche una battaglia per correggere i coefficienti sulle pensioni». Le difficoltà economiche dovute alla esiguità delle pensioni corrisposte è più pesante con l'avanzare degli anni: «Oggi in provincia ci sono più di 114mila persone che hanno superato i 64 anni, il 19,5%, guardando la condizione familiare di questa fetta di comaschi, si nota che le persone sole sono circa 50mila, il 42%. Numeri a parte i problemi importanti sono la perdita di autosufficienza e la solitudine di questi anziani, il tutto quando le Residenze sanitarie assistenziali hanno un incremento delle rette ben superiore all'inflazione e sempre meno posti letto».

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