La moglie del soccorritore
ferito: "Miracolato"

Salvatore Zangari, capo stazione del soccorso alpino di Dongo, se l'è vista brutta nel cercare di soccorre l'uomo finito sotto una valanga alle pendici del monte Bregagno: "Ora sta meglio, ma i funerali potevano essere due"

DONGO - «Mi sento una miracolata, mio marito ce l'ha fatta. Ma in questa terribile circostanza dove ha perso la vita un uomo di Delebio avremmo potuto assistere a due funerali».
A parlare è Rita Vanni moglie di Salvatore Zangari, capo stazione del soccorso alpino di Dongo che il giorno di Pasquetta era impegnato  nella ricerca di un disperso finito sotto una valanga alle pendici del monte Bregagno. Anche lui se l'è vista brutta. Ha rischiato una paresi, si trova in una stanza d'ospedale, ma oggi può ancora raccontare quei terribili momenti trascorsi sopra Pianello. L'uomo da cercare era Maurilio Dell'Oca, il 47enne di Delebio che su quelle montagne ha perso la vita. L'uomo si era avventurato con le ciaspole sulla neve e non ha più fatto rientro nella baita affittata ai Monti di Pianello, dove era salito in mattinata assieme a moglie e figli. Dopo dodici ore di ricerche il suo corpo, senza vita, era stato recuperato sotto una coltre di due metri di neve. Ma in quel maledetto giorno, nella tragedia si è sfiorata un'altra tragedia. Le condizioni del versante erano precarie, la neve fresca e abbondante, la zona particolarmente impervia. Sfidando, come sempre, le condizioni proibitive a circa 1.400 metri di quota sopra la località Naro, Salvatore Zangari era impegnato con i suoi uomini nelle ricerche quando ha perso l'equilibrio cadendo in un burrone.
«E' stato lui a vedere per primo le tracce delle ciaspole e a capire che eravamo sulla buona strada per trovare  il disperso -  dice il collega, Massimo De Maestri - a un certo momento però è scivolato precipitando in una zona estremamente pericolosa senza fermarsi per quasi 200 metri.
E' stato davvero un miracolato, l'abbiamo recuperato non del tutto cosciente per poi  affidarlo all'elisoccorso. E fortunatamente oggi siamo ancora con lui». Una caviglia rotta, una costola spezzata e soprattutto il colpo a quella vertebra, la dodicesima, che gli ha fatto rischiare la paresi. Fortunatamente scongiurata, «Domani verrà operato - spiega la moglie – adesso parla, si sente meglio anche se è ancora immobile nel letto. Ci sentiamo davvero graziati per quanto non è successo. Poteva finire male, anche mio marito se n'è reso conto e mi ha raccontato di essersi sentito come una pallina dentro a un flipper, senza alcuna capacità di reazione».

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