Niente licenziamenti
per la Sisme nel 2011

Per la Sisme di Olgiate Comasco nessun licenziamento nel 2011; ricorso ai contratti di solidarietà per salvare i posti di lavoro in bilico; congelato, almeno nel medio periodo, il rischio di nuove delocalizzazioni produttive all'estero.

OLGIATE COMASCO - Sisme: nessun licenziamento nel 2011; ricorso ai contratti di solidarietà per salvare i posti di lavoro in bilico; congelato, almeno nel medio periodo, il rischio di nuove delocalizzazioni produttive all'estero.
Decisa apertura dell'azienda alle richieste di lavoratori e sindacati nel corso dell'incontro di ieri nella sede di Confindustria tra la dirigenza (presenti il direttore generale Franco De Camilli, il neo responsabile del personale Alessandro Baietti) i sindacati confederali e la Rsu.
L'azienda ha fatto concrete aperture: uscirà chi accetterà di farlo volontariamente (si prospettano altre 25 uscite, oltre ai 110 che hanno già lasciato l'azienda per prepensionamenti o mobilità volontaria, su un totale di 170 esuberi, ndr), mentre c'è la certezza che a gennaio, quando scadrà la cassa integrazione straordinaria, non sarà licenziato nessuno.
Il 2011 - come anticipava una decina di giorni fa in una lettera pubblica il presidente Antonio Costantini – sarà comunque un altro anno difficile e di sacrifici. Lo hanno ribadito anche ieri i vertici aziendali, ma almeno sono salvi i posti di lavoro. Impegno accolto positivamente da sindacati e da rappresentanti dei lavoratori che, dopo mesi, hanno visto cadere le riserve finora dimostrate dall'azienda ad attuare i contratti di solidarietà. Una prima assoluta alla Sisme, a suo modo una svolta “storica”, che indirettamente conferma la gravità della crisi legata a un andamento sfavorevole del mercato che ha portato a un ridimensionamento dei volumi produttivi, di cui non s'intravede a breve-medio termine una decisa inversione di tendenza. Apertura che crea le condizioni per guardare con un po' più di tranquillità al futuro prossimo: «Rispetto a previsioni per il 2011 ancora allineate a un sottocarico produttivo del 25-30%, era importante salvare i posti di lavoro a rischio» osserva Alberto Zappa della Fim Cisl. «Questo primo obiettivo è stato raggiunto: c'è stato un semaforo verde da parte dell'azienda a ricorrere ai contratti di solidarietà che noi chiedevamo con forza da giugno per far bastare il lavoro che c'è per tutti i lavoratori». Nei prossimi incontri si entrerà nel merito di come organizzarli anche sulla base delle previsioni dei volumi produttivi e di budget per il 2011 che l'azienda definirà entro fine novembre.
L'ipotesi di delocalizzazione in Slovacchia di una parte della produzione, almeno per il momento tutto resta "congelata". «Occorrerà fare un'importante analisi sia delle esigenze della produzione, sia della situazione finanziaria e un lavoro serio sullo sviluppo di nuove produzioni per rilanciare il sito di Olgiate» puntualizza Zappa. Giuseppe Donghi della Fiom Cgil: «Per il nuovo anno non si prevedono carichi di lavoro in aumento, bensì in calo, per il persistere di una situazione di crisi congiunturale. Tuttavia in questo quadro difficile, c'è l'impegno dell'azienda a non licenziare nessuno e il ricorso ai contratti di solidarietà garantiscono maggiori tutele anche da un punto di vista economico rispetto alla cassa integrazione».
«Nell'anno o due di contratti di solidarietà, avremo la possibilità di vedere come si evolverà la situazione di crisi e chiedere all'azienda il rispetto degli impegni e di dare prospettive». Più cauta la posizione di Alessandro Costantino dello Slai Cobas: «Il primo passo importante è aver salvato i posti di lavoro. Il secondo è aver ottenuto il via libera ai contratti di solidarietà anche se è necessario che ora questi impegni vengano messi  nero su bianco dalla proprietà in un documento che sarà poi la basi della discussione nel merito che andremo a sviluppare a partire dall'incontro in programma il 4 novembre».
Manuela Clerici

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