Arosio: cimitero più grande
ma da quattro anni è inagibile

Bloccate per un contenzioso tra Comune e impresa le 48 tombe a terra - Per far fronte all'emergenza sfrattati in tempi record i defunti a fine contratto dopo decenni di sepoltura

AROSIO I defunti riposano in pace? Ad Arosio non troppo. Al cimitero di via Emiliani sono pronte 48 tombe a terra doppie e tre di famiglia a sei posti: ma per colpa di un contenzioso che dura da 4 anni tra il comune e la ditta che realizzò i lavori di ampliamento, oggi le tumulazioni in paese possono avvenire solo nei colombari, negli ossari o nelle cappelle gentilizie. Tanto da costringere il comune a “sfrattare” quelle abbandonate o le cui concessioni sono scadute, per offrire ai suoi concittadini la possibilità di una sepoltura “tradizionale”. Ha un che di paradossale la vicenda. La racconta l'assessore ai Lavori pubblici, Roberto Brenna, che fu il primo a vivere sulla propria pelle questo disagio proprio in occasione di un grave lutto, la perdita del padre, avvenuta quattro anni fa. «Con la sepoltura in una delle nuove tombe a terra realizzate con l'ampliamento - racconta - ci si accorse che c'erano dei problemi di infiltrazione d'acqua tanto che fummo costretti a spostare mio padre in un colombaro». E da allora quegli spazi non sono più stati utilizzati perché si è aperto un contenzioso tra il municipio e il Consorzio Stabile Ambrosiano che nel complesso dei lavori di ampliamento ha realizzato anche 7 cappelle gentilizie, 176 colombari divisi in due blocchi da 88 posti e 48 ossari che non hanno avuto problemi.
Sostanzialmente da una parte il municipio contesta la regolarità delle opere eseguite, mentre dall'altra l'operatore ribadisce di aver fatto tutto secondo progetto. «Recentemente c'è stato un incontro con il perito incaricato dal tribunale, il comune ha presentato una proposta per raggiungere un accordo bonario - prosegue l'assessore - e ora siamo in attesa di una risposta. Mi auguro di riuscire a chiudere questa vicenda entro Natale, perché è assurdo andare avanti in queste condizioni».
Anche perché per il municipio si traduce pure in un danno economico: le tombe doppie che non si possono vendere costerebbero 6.500 euro l'una, mentre quelle di famiglia a 6 posti arrivano a 18mila euro. Niente in confronto alle cappelle gentilizie (70mila euro di cui tre già vendute), mentre i colombari, a secondo della fila, costano 2.250 o 2.750 euro (48 sono già stati assegnati). Il comune, quindi, per cercare di dare risposte ai cittadini, ha individuato le tombe abbandonate. Così sono stati recuperati otto spazi e tra le tombe oggetto di demolizione c'è anche quella della famiglia Grasselli, dove in particolare è stata trovata la sepoltura di don Luigi Grasselli, nato nel 1847 e deceduto nel 1912. Per ricordare la sua memoria, la lapide e il monumento della tomba della famiglia Grasselli verranno conservate e ricollocate nel giardino che sta sulla sinistra dell'ingresso del cimitero.

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