Marinella: la seta pregiata
non a Como ma in Inghilterra

Se non fosse così gentiluomo, potrebbe anche gridare che la cravatta non è morta. Almeno quella su misura. Del resto Maurizio Marinella, napoletano doc con modi da lord anglosassone, è indiscusso sovrano dell'accessorio maschile per eccellenza. Il suo regno si trova nel cuore della città natale, un piccolo negozio  frequentato dai potenti del pianeta. Aperto dal nonno all'inizio del secolo scorso, resta il migliore per soddisfare ogni esigenza particolare. «Il segreto del nostro successo» spiega il couturier del nodo, ospite la scorsa settimana da Tessabit a presentare la linea A. Marinella, brand extension prodotta con Drumor, storico marchio di maglieria. «Se la cravatta rischia di sparire dal guardaroba, è solo colpa della diffusione di prodotti scadenti- accusa l'imprenditore partenopeo - Quelle con la nostra etichetta non sono mai anonime. Al contrario, un'affermazione di individualità». Più che un obbligo, quindi una passione, una spia attraverso la quale far trasparire il proprio gusto. «L'acquisto da noi è un rito: c'è un'assistente che accompagna nell'archivio, dove ognugno sceglie forme, disegni e colori».
I tessuti sono pregiatissimi. Il primo contraccolpo per la nostra industria tessile: «La migliore seta stampata si trova in Inghilterra, a Como compriamo jacquard e tinto in filo, anche se è sempre più difficile trovare la qualità artigianale di un tempo». Quella che una volta era una sorta di bandiera del distretto, pare abbia perso freschezza e appeal. «Quando la cravatta è stata messa all'indice, molte aziende hanno tirato in remi in barca, invece di investire ancora di più in ricerca e innovazione».

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Eco di Bergamo Il re delle cravatte