Tassa rifiuti a Como
Migliaia di cartelle sospette

Più che cartelle pazze, cartelle "furbe". Sono quelle che lo scorso dicembre e specialmente tra Natale e Capodanno sono arrivate a ben quattromila comaschi, che secondo il Comune di Como non sono in regola con il pagamento della Tarsu (la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani).

COMO Più che cartelle pazze, cartelle "furbe". Sono quelle che lo scorso dicembre e specialmente tra Natale e Capodanno sono arrivate a ben quattromila comaschi, che secondo il Comune di Como non sono in regola con il pagamento della Tarsu (la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani). Non è che l'inizio: molte altre arriveranno a breve nelle case del capoluogo. E ogni volta sono botte anche da migliaia di euro, poiché la contestazione viene fatta per tutti gli ultimi anni, a partire dal 2005. E cosa c'è allora di strano? Molto. A cominciare dal fatto che spesso le contestazioni riguardano rilevamenti fatti precedentemente dallo stesso Comune, tramite la così detta operazione "metro quadro uguale per tutti". Per primi sono stati proprio questi comaschi «accertati» due volte a suonare un campanello d'allarme. Il problema è che i criteri adottati anni fa e rispondenti alle norme tuttora vigenti, non sono tenuti in conto dai nuovi accertatori della società privata, la Creset Spa, che ha ottenuto il nuovo servizio in convenzione con il Comune e che in base agli accordi presi trattiene il 35% di quanto incassato. Per essere più chiari, facciamo un esempio. Prendiamo una casa che secondo l'operazione "metro quadro uguale per tutti" aveva a ruolo 280 metri quadri, calcolati tenendo conto dei regolamenti attuativi e delle disposizioni di legge, cioè avendo tolto dal computo una serie di elementi (dai sottotetti più bassi di un metro e mezzo, dal vano scale al locale caldaia). Ora invece il Comune, al momento dell'accertamento da parte della Creset, prende la mappa degli appartamenti, un righello, fa il calcolo dell'area geometrica e su questa base manda al privato cittadino la contestazione dei metri che mancano e dei soldi che dunque sono dovuti in più come arretrato, oltre a quelli che in futuro dovranno essere pagati. La casa di 260 metri, diventa così di 350 metri quadrati. Una differenza che comporta il pagamento di circa 250 euro in più per ogni anno contestato, dal 2005 al 2009, cioè oltre 1.200 euro da sborsare così, su due piedi. Un salasso non da poco, tanto da far passare a molti comaschi un brutto Natale. Anche perché, nella lettera di notifica, non è stato segnato alcun referente a cui chiedere spiegazioni, bensì un numero verde (800.054.701) da contattare dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 20 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30. E qui un'altra stranezza, poiché chi risponde a quel numero non è dipendente del Comune né della Creset Spa, bensì di una società terza che si limita a prendere nota di nome e cognome di chi chiama, dando un termine («sette giorni lavorativi») in cui si sarà richiamati da un non meglio precisato «incaricato». I responsabili della Creset Spa, chiamati in causa da noi, sono stati estremamente disponibili, precisando che le cartelle emesse alla data attuale sono più di quattromila, che circa 1200 sono state annullate dal Comune, che in 1800 hanno già pagato e che il restante migliaio di persone resta in un limbo. Sono proprio questi che hanno protestato. Nessuno invece saprà mai quante delle 1200 persone che hanno già provveduto al pagamento, erano tenuti davvero a farlo oppure possedevano i titoli per opporsi ed evitare l'esborso.
Giorgio Bardaglio

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