Sisme, Slovacchia resta
La Cisl apre: a certe condizioni 

Gloria Paolini: la delocalizzazione di certe fasi di lavoro subordinata agli investimenti sulla fabbrica di Olgiate

«Delocalizzare parti di produzioni non è negativo in assoluto. Nel caso della Sisme l'importante è che questa scelta avvenga all'interno di un progetto complessivo di rilancio dotato di sufficienti investimenti su sviluppo e ricerca dove emerga chiaramente che l'eventuale trasferimento di qualche fase di lavoro serve a rafforzare la fabbrica di Olgiate e salvaguardare l'occupazione».
A parlare Gloria Paolini, segretario aggiunto della Cisl di Como. In questo ruolo ha seguito da vicino, soprattutto nelle ultime fasi della trattativa il caso Sisme che ha portato alla firma dell'accordo quadro per il salvataggio dei posti di lavoro dell'azienda metalmeccanica di Olgiate.
«L'accordo siglato con la proprietà - spiega - ha un valore politico che va oltre il perimetro aziendale e carica di responsabilità sociale tutti: la proprietà, il sindacato, l'amministrazione comunale, la provincia, i politici perché ha come obiettivo il rilancio del sito di Olgiate e il suo rafforzamento industriale all'interno di un progetto di nuova industrializzazione nel distretto dell'Olgiatese».
Caso Sisme a parte, sull'agenda sindacale ci sono altre emergenze occupazionali come le ex Ferriere di Dongo, la Orsogrill giusto per citarne alcune. «Il quadro non è ottimistico. Nei prossimi mesi un migliaio di lavoratori potrebbe trovarsi a casa. Abbiamo molte casse straordinarie in scadenza. A preoccuparci il fatto che almeno il 70% di chi esce dalle fabbriche oggi non ha la prospettiva di rientrare». Si tratta, per la gran parte di lavoratori in una fascia di età tra i 45 e i 55 anni, con alle spalle trentacinque anni di lavoro, magari sempre lo stesso. «Per loro - prosegue la sindacalista - è necessario mettere in campo un grane sforzo di riqualificazione attraverso un'offerta formativa innovativa».

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