Mezzegra, i reduci di Salò
contro la nipote del duce

Critiche ad Alessandra Mussolini per la foto sulla lapide - L'Anpi: "Non trasformiamola come un suk a Predappio"

MEZZEGRA - Mario Nicollini presidente dell'Unione nazionale combattenti della Repubblica sociale italiana dall'alto dei suoi 99 anni e mezzo dissente dalla presa di posizione dell'onorevole Alessandra Mussolini, nipote del duce, che ha definito orribile la posa di una lapide a Mezzegra sul presunto luogo della fucilazione con il ritratto di Benito in abiti civili accanto a Claretta.

«La Petacci - dice Nicollini - avrebbe avuto tutte le possibilità per mettersi in salvo come del resto è avvenuto per la moglie del duce Rachele Guidi e per i figli. L'amore e la dedizione per l'uomo che amava l'hanno spinta a seguirlo fino alla fine. Una morte che pochi vogliono ricordare. Noi intendiamo attribuire al fatto storico del 28 aprile 1945 una doverosa immagine nel segno dell'amore non dell'odio. L'associazione che rappresento ha scelto un Mussolini in abiti civili, senza alcun saluto romano, un uomo come tutti gli altri. Non c'è apologia del fascismo è un ricordo e basta».

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