Ragazza violentata a Cantù
Le amiche sono state filmate

Le telecamere del Comune hanno ripreso le due ragazze a Vighizzolo prima dell'aggressione e dello stupro di una di loro. Il racconto ha parecchi riscontri, ma si cerca di ricostruire tutto con esattezza

CANTÙ Una passeggiata lunga cinque chilometri, tra andata e ritorno. Ma proprio sulla strada del ritorno l'aggressione, la violenza sessuale.
Proseguono le indagini dei carabinieri su quanto avvenuto nella notte tra sabato e domenica, nei prati della zona di cascina Varenna, dove una ragazza di vent'anni è stata violentata da uno sconosciuto, riuscito a fuggire.

Si cercano i dettagli per ripercorrere esattamente il cammino delle due amiche. Il loro racconto ha trovato dei riscontri oggettivi, a partire dalla passeggiata verso il distributore automatico di sigarette, a due chilometri e mezzo di distanza. Attorno all'una e mezza, infatti, l'uomo che poi avrebbe lanciato l'allarme ai carabinieri, rientrando a casa aveva notato le due ragazze che camminavano verso il centro abitato. Ma non solo: le telecamere comunali hanno infatti inquadrato le ragazze proprio mentre stavano acquistando le sigarette a Vighizzolo.

Sulla strada del ritorno, poi, l'aggressione e lo stupro ai danni di una delle due ventenni. E qui il racconto non ha altri punti fermi se non le due versioni delle ragazze, versioni raccolte separatamente e perfettamente concordanti. La violenza sessuale, è bene precisarlo, non è affatto in discussione, come dimostra lo stato delle ragazze, sconvolte e segnate profondamente da quella notte.

Ci sono aspetti, però, che rimangono ancora da definire con maggiore precisione, proprio per avere una possibilità di risalire all'autore di questa brutale aggressione. Il violentatore, ad esempio, ha strappato di dosso alla giovane il telefonino e lo ha gettato nei campi. Ma il cellulare, al momento, non è ancora stato ritrovato, al contrario della torcia che la ragazza aveva con sé, per illuminare il cammino dalla casa dell'amica fino al distributore delle sigarette. La torcia, infatti, è stata rinvenuta nel prato. Così come andrebbe capito perché la giovane, ancora sconvolta per quello che le era capitato, avesse chiesto subito, con insistenza, di bloccare la scheda del suo telefonino.

Ci sono da definire bene, inoltre, i tempi, per stabilire la via di fuga dell'aggressione e cercare qualcuno che possa averlo per caso incrociato sulla strada.

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