Cantù, quell'Inno nazionale
firmato dal patriota Carcano

In questi giorni ricorre il bicentenario della nascita del personaggio storico, originario di Cantù. Tra le sue opere anche il testo celebrativo per i morti della Rivoluzione milanese.

CANTU' - Fu incaricato di scrivere l'"Inno nazionale" per i morti della Rivoluzione milanese, musicato da Stefano Ronchetti nel 1848.
In questi giorni ricorre il bicentenario della nascita di Giulio Carcano, illustre patriota e letterato, avvenuta a Milano il 7 agosto 1813: ma la famiglia era originaria di Cantù.
Una famiglia che possedeva imponenti ricchezze già nel Medioevo, come feudataria del castello di Vertemate, e che ha dato alla storia decine di personalità in ogni campo. Un congiunto di Giulio, originario di Cantù, l'avo paterno, fondò a Milano il Teatro Carcano.

Dopo gli studi giuridici nell'ateneo pavese, entrò nell'amministrazione come vice-bibliotecario alla Braidense di Milano; all'avvento delle Cinque Giornate venne inviato a Parigi per chiedere l'aiuto dei francesi. Tornati gli austriaci gli fu precluso di rimpatriare. Dopo due anni di esilio tornò a Milano. Fino al 1859 si dedicò soprattutto alla letteratura, cimentandosi nel romanzo storico e nella poesia sulla scia dell'amico Manzoni.

Dopo il 1859 iniziò una brillante carriera politica che lo porterà a Torino, Firenze e Roma in qualità di senatore del Regno. L'opera completa di Giulio Carcano fu pubblicata dai congiunti in dieci volumi. Attese anche alla traduzione delle opere di "Shakspeare", in dodici volumi, chissà perché senza la "e". Morì a Lesa il 30 agosto 1884.

Non a caso gli è stata dedicata a Cantù la via che dalla piazza San Rocco si dirige verso la via al Monte, dove fin da epoca remota la sua famiglia era proprietaria di grandi beni.

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L'Inno di Carcano