Torno, Dell'Utri a processo
per un abuso edilizio

Aveva costruito nel parco della sua villa sul lago una casa tra gli alberi, senza rispettare il vincolo cimiteriale. E' tutto sanato, ma il processo continua

TORNO - C'è una cosa su cui sono tutti d'accordo:la casetta sull'albero del senatore Marcello Dell'Utri era una meraviglia. Un incanto di saliscendi, passerelle, balconcini e camminamenti da fare invida ai bimbi sperduti di Peter Pan.
L'aveva costruita lui, cortesissimo esule siciliano, attorcigliandola attorno a un paio di sempreverdi piantumati in quello che fu il suo buen retiro laghée, e suscitando senz'altro l'invidia di tanti ragazzini tornaschi che, fantasticando di pirati, quella casetta spiavano da dietro le siepi del parco..
Oggi che Dell'Utri si è ritirato davvero, cedendo la villa al cavalier Berlusconi, di quel luogo magico, che secondo la procura di Como fu costruito nello spregio più totale delle norme ambientali più elementari, non resta che un poco romantico coté giudiziario: il senatore è infatti imputato di abuso edilizio, per avere realizzato, citando direttamente dal capo di imputazione, una «struttura lignea di due piani fuori terra più una torretta, avente una superficie totale di 70,20 metri quadrati ed un volume totale di 180,15 metri cubi (...)», in un'area «soggetta a vincolo cimiteriale (...) nonché vincolo ambientale (...) quale immobile di notevole interesse pubblico».
La prima udienza del processo si è già tenuto lo scorso luglio, sfuggendo alla cronache locali in virtù di un legittimo impedimento del senatore che indusse il giudice ad un rinvio fulmineo, dopo pochi minuti di processo;una seconda si è svolta invece l'altro ieri, con identico esito, in virtù, questa volta, dello sciopero degli avvocati. Si tornerà così davanti al giudice il 10 ottobre, ma con un esito già scritto.
Perché - come spiega bene Giovanni Sala, sindaco del paese - tutto è sanato.
Dell'Utri chiese e ottenne di regolarizzare la sua casetta, ottenendo dalla Soprintendeza un permesso ambientale, sia pure a posteriori: modificò il progetto, trasformando il manufatto in una sorta di piattaforma per il "bird watching" (in altre parole per osservare gli uccellini) e fece in modo che, così rivisitata, la casetta non creasse più volume. Decadde il vincolo cimiteriale, che impedisce di costruire a meno di 50 metri dal camposanto, e al Comune tanto bastò.
La sentenza, in altre parole, è scontata. Al giudice non resterà che prenderne atto prima di mandare assolto il senatore. Peccato solo per la casetta. È vero che le regole si rispettano, senza deroghe, ma tra tante brutture realizzate sul lago negli ultimi anni, tutti quei saliscendi di legno non sfiguravano affatto.

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Eco di Bergamo La casetta sull'albero