Protesta studentesca a Saronno
Ventinove ragazzi denunciati

«Queste denunce non sono nient'altro che un atto d'intimidazione nei confronti di un movimento, quello degli studenti di Saronno, che quest'anno più che mai si è rivelato essere forte e determinato» annotano i contestatori tramite il Collettivo Anopticon

SARONNO - Le 29 denunce annunciate dalla Questura a carico di altrettanti studenti che hanno partecipato agli ultimi cortei in città non hanno intimorito i ragazzi che anzi, attraverso il Collettivo Anopticon, hanno ribadito la propria voglia di continuare a lottare e la solidarietà ai denunciati.
 
Mercoledì scorso la Questura ha annunciato, al termine delle indagini portate avanti dalla Digos, si aver denunciato 29 studenti. Pochissime le informazioni rilasciate sui destinatari dei provvedimenti, che riguardano accuse di omesso preavviso di pubblica manifestazione, interruzione di servizio pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, accensioni ed esplosioni pericolose e resistenza a pubblico ufficiale.

Si tratta di reati che prevedono sia sanzioni pecuniarie, sia pene detentive. Sono stati ravvisati nel corso delle manifestazioni di martedì 31 ottobre, quando 2500 studenti bloccarono l'uscita dell'autostrada con un sit in sulla rotonda, del corteo di mercoledì 14 novembre, quando 500 studenti saronnesi andarono a Milano in occasione delle sciopero generale, e di mercoledì 5 scorso, quando, in seguito a momenti di tensione tra i giovani e le forze dell'ordine, la circolazione ferroviaria a Saronno è rimasta bloccata per un'ora.

«Queste denunce non sono nient'altro che un atto d'intimidazione nei confronti di un movimento, quello degli studenti di Saronno, che quest'anno più che mai si è rivelato essere forte e determinato»  - si legge nella nota diffusa dai ragazzi - «Mentre ai cortei abbiamo partecipato in più di tremila, i denunciati paiono essere solo 29. La scelta di chi denunciare e chi no appare totalmente arbitraria: se eravamo in tremila dietro quegli striscioni, a bloccare l'autostrada, a cantare cori contro la riforma, perché allora solo 29 di noi sono considerati colpevoli per tutto questo? È evidente che queste denunce non sono altro che un avviso per tutti quelli che hanno deciso di scendere in strada».

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