Arrestato l’architetto della nuova Ticosa

Marco Casamonti fermato con l’accusa di turbativa d’asta. La Procura: «Pilotava gare d’appalto»

<+G_SQUARE><+G_TONDO>Il progettista della nuova Ticosa, l’architetto toscano Marco Casamonti, 43 anni, autore per conto di Multidevelopment del progetto di recupero dell’ex tintostamperia, è stato arrestato a Firenze, sua città natale, con l’accusa di essere il coordinatore di un gruppo di tecnici abituati a spartirsi gare pubbliche di appalto.
L’arresto è maturato nell’ambito di una inchiesta innescata per una sospetta turbativa d’asta relativa a una ristrutturazione di un edificio in un comune della provincia di Arezzo, ma Casamonti era già indagato, da alcune settimane, per il ruolo avuto nella vicenda per l’urbanizzazione della cosiddetta area Castello, a Firenze, di proprietà della Fondiaria Sai. Per i carabinieri del Ros, il progettista della Ticosa - prima ancora fondatore di uno studio che opera a livello internazionale, docente universitario e direttore di numerose riviste di settore - aveva raggiunto con un assessore comunale, Gianni Biagi, un accordo con il gruppo Ligresti per decidere a tavolino quali progettisti coinvolgere. Ieri mattina, Casamonti è stato interrogato in carcere. Si è difeso sostenendo che il suo impegno era motivato solo dalla volontà che opere e progetti fossero seguiti ed eseguiti nel migliore dei modi, ma la Procura di Firenze è alle porte, anche a quelle di Como.
Gianni Tei, il pm che segue la vicenda, ha chiesto all’architetto di fornirgli al più presto un dossier che compendi l’attività del suo studio professionale, l’elenco completo delle opere progettate, di quelle eseguite e di quelle in fase di ideazione, i suoi rapporti di lavoro e, in particolare, l’agenda dei suoi contatti, a partire da quelli con il gruppo milanese del costruttore Salvatore Ligresti. Tra le righe dell’ordinanza di custodia emessa nei suoi confronti, torna con una certa frequenza la stessa ipotesi: Casamonti avrebbe fatto in modo, avvalendosi della collaborazione di tecnici comunali o di assessori, di pilotare le gare in modo che a prendervi parte fossero soltanto architetti di sua conoscenza, tutti opportunamente edotti sul tipo e sull’importo di offerta da presentar ein modo da poter identificare a priori il collega vincitore. L’accusa è sostenuta dalle trascrizioni di alcune conversazioni telefoniche.

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