Assolta dall'abuso edilizio
I giudici: "Legge troppo oscura"

La normativa "equivoca" salva una donmna rea di aver costruito un rifugio per il suo motorino davanti a casa, in via per Brunate

Se neppure il Comune è in grado di districarsi nei meandri di una normativa «equivoca» e intricata, come si fa a pretendere che riesca a farlo il cittadino?
Assoluzione, in tribunale a Como, per una comasca finita sotto accusa per abuso edilizio e violazione delle norme paesaggistiche per aver realizzato nell’agosto 2005 di fronte a casa sua, in via per Brunate, una sorta di rifugio per il suo motorino. Costruzione del tutto abusiva, scopriranno successivamente gli agenti di polizia municipale, e per questo demolita. Non prima, però, che la donna, Cinzia Camellini, finisse sotto inchiesta da parte della procura. In realtà il giudice, Maria Luisa Lo Gatto, ha assolto l’imputata tecnicamente per «l’insussistenza dell’elemento soggettivo» a suo carico «per aver agito in buona fede». In buona sostanza perché era impossibile, per lei, orientarsi in una materia evidentemente oscura anche ai professionisti.

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