Pensioni, Brunetta: presto il piano
Sui 65 anni relazione al governo

Il ministro Brunetta rilancia la sua proposta di aumentare a 65 anni, parifianola a quella degli uomini, l'età pensionabile anche per le donne. E a Calderoli, che aveva bocciato la proposta, replica: è un simpaticone.

«Una battaglia di libertà» della quale sarà informato il prossimo Consiglio dei ministri e il premier, Silvio Berlusconi. In ogni caso bisogna «obbedire» alla sentenza della Corte di Giustizia Ue.
Il ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta va avanti sulla necessità di unificare l'età pensionabile a 65 anni per uomini e donne nel pubblico impiego. E spiega - intervenendo a 'Brunetta della domenicà su Rtl - che non si tratta di una scelta, ma che bisogna appunto «obbedire» alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che impone all'Italia di superare questa differenza. Una sentenza che «comunque condivido» dice il ministro. Il giorno dopo le polemiche che hanno accolto la sua esternazione resa durante un convegno a Stresa il ministro risponde così ai critici. Innanzitutto il collega di Governo, il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, che parlando dell'idea del ministro l'aveva liquidata con una battuta («Brunetto-scherzetto»): «Calderoli è un simpaticone, una persona intelligente, - risponde Brunetta - ma probabilmente non ha studiato il dossier».
Il ministro poi punta il dito contro i suoi critici e in particolare contro «la sinistra sindacale che perde questa occasione per una battaglia di libertà, uguaglianza e pari opportunità» e che invece «difende posizioni ipocrite, insopportabili». Ma anche parte della destra - dice quando gli si fa notare la contrarietà espressa dal segretario dell'Ugl, Renata Polverini - «si arrocca su posizioni conservatrici».
Brunetta risponde anche al numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani: «si studi bene il dossier. Io l'ho fatto perchè sono una persona seria e quando dico le cose, e questo lo dico anche a Calderoli, lo dico perchè ho studiato il dossier che è di mia competenza. Studiatevi i dossier, signori miei che parlate!».
Il ministro torna poi a parlare più in dettaglio della sua posizione: «non bisogna rispondere» alla sentenza della Corte di Giustizia Ue «ma obbedire». E per far questo - ribadisce - «c'è già un comitato interministeriale all'opera».
L'equiparazione dell'età pensionabile nel pubblico impiego, al di là della sentenza europea, è comunque - secondo il ministro - «una battaglia di libertà». Non si tratta di «mettere mano alla riforma delle pensioni - rassicura il ministro - che è un tormentone che angoscia gli italiani, ma dobbiamo obbedire alla sentenza. Tutti sappiamo che le donne non fanno carriera , che hanno meno salario e che non arrivano ai vertici delle varie professioni» e questo perchèsvolgono un doppio o triplo ruolo (lavoratrici, madri, ecc). Lo Stato «per tutta compensazione dice loro di andare in pensione prima, magari per accudire i nipoti o gli anziani perchè lo stesso Stato non fornisce i servizi necessari. Ma chi l'ha detto che le donne devono fare le badanti o le infermiere? - si chiede Brunetta - questa è una battaglia di libertà».

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