Raid senza fine su Gaza
Ma altri razzi su Israele 

Mentre Israele è pronta a invadere via terra la Striscia di Gaza, i morti palestinesi superano i 330, i feriti sono 1450 di cui 250 gravissimi. Barak afferma che con Hamas è guerra totale e punta all'annientamento del gruppo fondamentalista.

Non si fermano i raid dell'operazione "Piombo fuso" contro Hamas, scattata nella Striscia di Gaza con massicci bombardamenti sulle installazioni del gruppo integralista che controlla il territorio palestinese dal giugno 2007.
Il bilancio delle vittime è di  330 palestinesi morti, fra militanti di Hamas ma anche molti civili. I feriti sono 1.450, 250 di questi sono gravissimi.
Il ministro della Difesa Ehud Barak ha detto che quella contro Hamas è una guerra totale e il governo di Tel Aviv punta all'annientamento totale del gruppo fondamentalista. Intanto la Striscia è stata dichiarata zona di guerra e "sigillata".
I raid d'Israele ora puntano ai tunnel del contrabbando di armi con l'Egitto e alle strutture di comando di Hamas. 
I  palestinesi continuano ad aprire varchi lungo la frontiera con l'Egitto. I responsabili egiziani hanno detto che permetteranno a queste persone di rifornirsi di generi di prima necessità ma poi li rimanderanno indietro nella Striscia.
In gran parte della Striscia scuole e negozi sono rimasti chiusi, e in migliaia hanno partecipato ai funerali delle vittime, che si sono svolti senza sosta tra le grida "morte a Israele, morte all'America".
I miliziani palestinesi comunque continuano a sparare razzi contro il sud di Israele. Colpita Sderot, dove è morto un civile arabo e città portuale di Ashdod, che si trova a 38 chilometri da Gaza.
Ora, dopo gli attacchi dal cielo, l'esercito israeliano si prepara a lanciare un'offensiva di terra: continua al confine con la Striscia il dispiegamento di mezzi blindati e reparti di fanteria. Il governo israeliano ha dato anche il via libera al richiamo in servizio di 6.500 riservisti, nel caso di una escalation delle operazioni.
In una intervista a Sky New, il ministro della Difesa Ehud Barak ha detto che le truppe di terra entreranno a Gaza solo se il governo di Gerusalemme lo riterrà necessario.
Mentre a Gaza si spara si moltiplicano gli appelli dal mondo per una cessazione delle ostilità. Durante l'Angelus in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha invocato la fine del "tragico susseguirsi di attacchi e di rappresaglie" e il ripristino della tregua. Anche il ministro degli russo Sergei Lavrov ha chiesto alla sua omologa israeliana Tzipi Livni uno stop "urgente" delle operazioni militari nella Striscia, mentre il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha chiesto "una cessazione immediata di tutte le violenze".

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