Clamoroso all'Hockey Como,
licenziato il coach Mazzetti

Botta e risposta fra il presidente Ambrosoli e lo storico allenatore delle giovanili

COMO - Una notizia che ha fatto clamore: la sostituzione di Roberto Mazzetti, allenatore alla guida delle squadre minori all'Hockey Como Under 13 e 15.
Ticinese di Bioggio, insegnante di matematica da 30 anni, ex-giocatore e team manager della nazionale elvetica under 20 (che ha lasciato da circa un anno, dopo 13 d'incarico ininterrotti) è stato esautorato. Il motivo? Così le parti coinvolte. «C'era scarso feeling; i rapporti avvenivano costantemente via e-mail. La decisione viene dall'intero direttivo - precisa il presidente Luca Ambrosoli - di sollevarlo dall'incarico anche per l'assenza ingiustificata, più volte, agli allenamenti del lunedì. Lasciare i ragazzini di 13 e 15 anni, in pista, soli, era un rischio».
La replica: «Non corrisponde a verità; vuole il caso che Muscionico in un'occasione non abbia potuto rimpiazzarmi; le mie assenze - dice Mazzetti - sempre dovute ad un intenso weekend di partite (sabato e domenica), in cui a volte ho dovuto anche pagarmi l'albergo, rimanendo fuori sede, di notte, e quando non ho potuto, per delle riunioni a scuola, ho sempre avvertito».
Le difficoltà? «All'interno della società, come dirigenti, sono rappresentate la squadra di C Under 26 e quelle dei Piccoli (di 10-11 anni), mentre invece non c'è nessuno che faccia presente necessità e situazione di Under 13 e 15. Cordiano non è stato accettato. Ma aggiungo, visto che in queste due categorie, per il fast-team abbiamo una doppia squadra, cinque-sei comaschi giocano in una ed altrettanti nell'altra. L'ho voluto per il bene dei ragazzi - aggiunge Mazzetti - perché possano abituarsi a socializzare. Avevo offerte anche da grandi team elvetici, ma le ho sempre declinate. Far crescere i giovani con la mentalità del professionismo è errato: prima lo studio, poi lo sport, divertendosi e migliorandosi con disciplina».
Mazzetti, colonna dell'attività minore in questo ventennio a Como, ha portato diverse squadre alle finali nazionali, anche sul podio, valorizzando Fabio Sguazzero, i gemelli Andrea e Matteo Molteni, Alessandro Rotolo, di recente i gemelli Morini e Cordiano. «Sotto il profilo tecnico nessuno lo ha mai discusso, ma da tempo il rapporto non procedeva per il verso giusto - aggiunge Ambrosoli - era giusto per noi trovare una soluzione, tanto che abbiamo scelto Raffaele Meglio (ex-giocatore) come sostituto, sarà lui a gestire le due squadre».
I genitori non hanno fatto buon viso. «Oltre a mio figlio Ivan - dice Maurizio Zanini, ex-difensore anche in serie A dell'Hpckey Como - altri, dopo aver pianto a lungo per il cambio del tecnico a campionato in corso, sarebbero intenzionati a smettere e fra questi anche alcuni ragazzi di Torino. Prima, però, ci hanno fatto versare l'intera retta annuale a noi genitori: è un direttivo che si distingue per inesperienza ed errori. Nel volgere di due mesi sono già cambiati due allenatori, un terzo - Bertotto, ndr - preso per sanare la partenza di Lefebvre. La speranza che i contrasti possano essere sanati con rapidità, magari richiamando Mazzetti per il bene di questi giovani (venerdì erano in pista solo in tre) che praticano questa splendida disciplina nell'impianto di Casate, pur fra mille difficoltà, derivanti da uno stadio vetusto e fatiscente, ma legati al loro allenatore».

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